Pagelle Pro Patria: non basta la “mediana di Ferri”, Barlocco sfortunato, lavoro sporco per Citterio
I voti della sconfitta di Trieste: nonostante la deviazione Barlocco è uno dei migliori in campo. Rovida sicuro tra i pali trafitto nell'unico tiro in porta, mentre Mehic e Ferri instancabili in mezzo al campo, almeno fino a quando il goal di Udoh taglie le gambe alla squadra

Nella terza partita della settimana la Pro Patria contiene la Triestina per buona parte della partita, senza tuttavia riuscire a trovare la forza per affondare nell’area della Triestina e venendo punita nel finale da una sfortunata deviazione di Barlocco, tra i migliori in campo, nell’unico tiro subito nello specchio della porta. Il goal taglia le gambe ai tigrotti, incapaci di reagire anche con gli ingressi dalla panchina. Dopo 270′ di imbattibilità, Rovida si ritrova costretto a raccogliere nuovamente il pallone della rete e soltanto un pugno di sabbia in mano. Un compenso, per così dire, troppo severo per quanto mostrato sul campo del Nereo Rocco.
I VOTI AI GIOCATORI:
ROVIDA 6,5 – Ci risiamo, un pallone da raccogliere in rete e portiere privato della possibilità di mettersi in mostra, perché l’unico tiro nello specchio viene sì parato ma carambola addosso a Barlocco e si infila alle sue spalle. Ciononostante, come visto nelle ultime partite, in questo il portiere sta mostrando una buona crescita dal punto di vista della personalità nelle uscite e nella gestione della palla.
BASHI 6,5 – Al Nereo Rocco la difesa della Pro Patria si esalta, anche se alla fine uscirà dal campo con zero punti dopo la sbandata di Correia baciata dagli dei del calcio o da un leprecauno dispettoso che si diverte a punire i bustocchi la vigilia di San Patrizio. Il braccetto destro vigile e diligente (questo è uno step fondamentale nel percorso di crescita) per tutti e novanta minuti, sia all’inizio quando l’Alabarda prova a schiacciare i tigrotti, sia nel finale quando i biancoblu si sbilanciano alla ricerca del pareggio.
CAVALLI 5/6 – Sostituisce Alcibiade, tenuto a riposo, e guida le difesa dei tigrotti su un palcoscenico davvero di prestigio e di questo gli va dato merito. Il reparto sicuramente ben si comporta ma lui, a differenza dei compagni, concede qualche sbavatura individuale. Nulla di compromettente, però a conti fatti è l’unico a scricchiolare di tanto in tanto, come nel caso dell’ammozione o di spazzata che da buona lettura rischia di trasformarsi in un’altra beffa a causa di una svirgolata maldestra. Per correttezza va sottolineato anche quanto fatto di buono: come il disturbo su Strizzolo a inizio partita. Voto sospeso nel limbo. Nelle pagelle scolastiche di fino anno forse si protenderebbe più per il purgatorio verde.
COCCOLO 6,5 – Al di là di quanto raccolto dalla squadra, per il difensore è un periodo positivo e lo si intuisce dal numero di duelli, aerei e non, vinti e da quello di palloni respinti. La Triestina non riesce a sfondare quasi mai, l’unica volta che lo fa è sulla corsia di campo diametralmente opposto alla sua. Un bel crescendo dall’arrivo a gennaio a oggi: e questo è un dato di cui tener conto e che ben fa sperare per il finale di stagione in cui non saranno ammessi errori per la salvezza.
RENAULT 6 – Partita di impegno e sacrificio in entrambe le fasi contro una squadra molto attrezzata, in particolare sulle batterie offensive, e non certamente da quartultimo posto. Non riesce a lasciare un segno tangibile sulla partita, nel bene e nel male, per tutti i primi 45′.
dal 46′ REGGIORI 6 – Ruolo inedito, per lo meno con la prima squadra, da esterno di centrocampo, o forse da quinto difensore. Nonostante la natura e l’indole da difensore, si affaccia dopo la metà campo più del compagno di cui prende il posto, forse anche per la necessità della squadra nel finale di ritrovare il pari.
MEHIC 6,5 – Tanta ma davvero tanta sostanza non solo nel terzo centrale del campo ma in ogni zolla del rettangolo verde. Il gol subito gli taglia le gambe e gli ricorda di aver corso come un forsennato per 270 minuti in una settimana e decine di chilometri percorsi. Da quando si spegne anche il resto della squadra sembra proprio non averne più. Sintomatico.
FERRI 6,5 – Quando Colombo intuì che il giovane veterano (ormai anche giovane capitano) poteva indossare anche un altro abito all’interno del centrocampo, oltre quello della mezzala, qualcuno poteva avere dei dubbi sull’impatto, sulla capacità di controbattere la fisicità di certi giocatori di categoria. E invece che gamba, che intensità. Con lui in campo, è proprio il caso di dirlo, è proprio una mediana di ferri. A conti fatti, la Pro Patria subisce il gioco della Triestina solo nei primi minuti di gara, senza però concedere breccia …al di là dello sfortunato goal.
dal 81′ PITOU SV – Pochi minuti e schemi ben presto saltati. Finale convulso, tra eccessi di frenesia e una buona palla sui piedi dentro l’area. Roos scalda i guantoni a tempo scaduto e gli nega un goal che manca da inizio stagione.
BARLOCCO 6,5 – Per uno spietato gioco del destino a trafiggere la Pro Patria non è l’Alabarda giuliana ma il tigrotto che più di tutti aveva mostrato l’artiglio richiesto da Caniato alla vigilia del match e che finisce in trappola. Corre a più non posso, indietro e soprattutto in avanti, compreso uno sprint di almeno 40 metri che ribalta il campo ma senza riuscire nell’affondo decisivo. La deviazione sul tiro di Udoh è una punizione davvero ingiusta nei confronti di chi si stava rivelando l’arma in più. Doppia lama.
CITTERIO 6 – Una non trascurabile indeterminatezza e imprecisione negli ultimi 20 metri di campo rischia di rovinare il ricordo di una partita in cui l’atipico trequartista si è rivelato una pedina preziosissima per il lavoro sporco che ha permesso alla Pro Patria di alzare col passare dei minuti il baricentro e recuperare tanti palloni prima della metà campo.
dal 68′ NICCO 5,5 – Entra per difendere, anche con la sua esperienza e il carisma, il pari bianco ma poco dopo il suo ingresso il risultato cambia e così anche la gara, con la Triestina che acquista fiducia e ritorna a guadagnare metri di campo. Lui allora prova a far correre i compagni con giocate atte a ridurre tempi di gioco, ma i compagni non ne hanno più e spesso la palla vola alta e si perde direttamente in fallo laterale, a volte anche per errori di calcolo individuali.
ROCCO 6 – Scelto ancora titolare, disputata partita simile a quella col Trento fatta di lotta fuori dall’area e con pochi palloni a disposizione in area. Questa volta però, rinvigorito dal goal di giovedì all’Arzignano, si conquista con il suo passo della tigre una punizione che poi per pochissimo non riesce a capitalizzare. Sliding-door del match?
dal 68′ BERETTA 6 – Poteva essere l’arma in più a partita in corso. Si limita a ricalcare le orme di Rocco. Di spazi per alcune delle scorribande fatte vedere nelle ultime gare troppi pochi, così come di occasioni in area.
TOCI 6 – La sua forza fisica e lo spirito di sacrificio ben si sposano con la tipologia di queste partite, in cui la palla non orbita quasi mai in una delle due area. Se bomber Castelli, nei rientri eccedeva sempre nella foga beccandosi spesso e volentieri il giallo, l’attaccante, ancora a secco di goal, fa vedere di voler lottare su ogni pallone. Dal predecessore però deve imparare a costruirsi le occasioni “dal niente”.
dal 81′ CURATOLO SV – Stesso tempo ma meno “spazio” di Pitou.
all CANIATO 6 – Insieme a Sala orchestra una buona gara, in cui i suoi si fanno valere ma cedono il passo di fronte all’orizzonte degli eventi.
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