“Un flauto e una chitarra nell’Età del Bel Canto”, concerto a Lonate Pozzolo
Un concerto nell'ambito 800MusicaFestival, con Anna Armenante e Marco Battaglia

In collaborazione con il Comune di Lonate Pozzolo la Sala Ulisse Bosisio del Monastero San Michele ospita sabato 22 marzo 2025 alle ore 21:00, su iniziativa dell’Associazione 800 Musica di Milano, nell’ambito dell’edizione numero 17 dell’800MusicaFestival, il concerto intitolato “Un flauto e una chitarra nell’Età del Bel Canto”, con Anna Armenante, flauto traverso “Amedée Couesnon, Parigi, secolo XIX” e Marco Battaglia, chitarra “Gennaro Fabricatore, Napoli, 1811” appartenuta a Giuseppe Mazzini.
L’ingresso è libero e gratuito.
Il repertorio per flauto e chitarra nell’Ottocento comprende brani di indubbio fascino e di piacevole ascolto. Come è noto, l’influsso del Bel Canto sulla musica strumentale dell’Ottocento è notevolissimo e la produzione di partiture scritte in quello stile o in forma di versioni per altri organici rispetto all’originale è il tema del concerto.
In tal senso si ascolteranno due celebri cavatine dal Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini nella trascrizione di due importanti e acclamati musicisti del tempo, il chitarrista Ferdinando Carulli e il flautista Jean-Louis Tulou, che riescono, con rara maestria, a riproporre per questo duo le inflessioni e le virtuosità richieste nell’originale alla voce con l’accompagnamento dell’orchestra (e, nel caso di Ecco ridente in cielo, anche con la chitarra già nella partitura rossiniana).
Il programma comprende inoltre il Serenata op. 127 di Mauro Giuliani, il maggiore dei chitarristi del tempo, i Tre Duetti op. 104 di Ferdinando Carulli, virtuoso delle sei corde, compositore e didatta di origini napoletane ma parigino d’adozione e i due Notturni opp. 37 e 38 di Francesco Molino, originario di Ivrea, che si esprime sempre in linguaggio classico che però già lascia intravedere una venatura di romanticismo.
I musicisti e gli strumenti del concerto
Anna Armenante si laurea in flauto traverso come allieva del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano dove ha conseguito il Diploma Accademico di II Livello. Accostandosi alla musica antica con il flauto traversiere, ha studiato con Francesca Odling a Torino ottenendo una seconda laurea al Conservatorio di Verona. Dopo un lungo periodo di attività concertistica e orchestrale in Italia e all’estero, dal 2014, in duo col flauto ottocentesco con Marco Battaglia ha tenuto decine di concerti anche in sedi di prestigio come il Castello Sforzesco di Milano per EXPO e, più recentemente, per il Miami International GuitART Festival.
Flauto traverso Amédée Couesnon, Parigi, Secolo XIX Il flauto risale all’Ottocento e reca un marchio a fuoco col famoso nome del costruttore COUESNON A PARIS con l’indicazione EXPOSITION UNIVERSELLE DE PARIS / HORS CONCOURS / MEMBRE DU JURIE ed è quindi da far risalire esattamente al 1889. In Francia all’epoca esistevano almeno 14 fabbriche di strumenti a fiato. Lo strumento è in ebano con una “camicia” in argento, reca l’innovazione tecnica della chiave del si di Briccialdi (1849) con sistema Ziegler e ha forma conica con tappo a vite. Il numero delle chiavi dipendeva dalle specificità di ciascun costruttore e dal tipo di repertorio, l’aggiunta di chiavi mirava a rendere i passaggi tecnicamente più agevoli. Avvicinandosi al flauto moderno l’artigianalità verrà meno in funzione di una maggiore serialità .
Marco Battaglia, chitarrista classico specializzato nel repertorio dell’800 che interpreta con chitarre originali d’epoca, si è esibito ininterrottamente per tre decenni, sempre con grande successo, in una trentina di paesi del mondo nei cinque continenti, tenendo più di mille concerti, invitato regolarmente, per citare, in varie Università degli Stati Uniti, al Miami International GuitART Festival (quattro volte dal 2020 al 25), negli Istituti Italiani di Cultura di New York, Londra e Pechino, nella Sala principale dell’UNESCO a Parigi, al Teatro dell’Opera di Roma, presso i Conservatori di Mosca e Sydney e in numerosi altri contesti internazionali, registrando per la RAI (Radio e televisione) ed emittenti dei diversi Stati. Sua è stata l’iniziativa della promozione del restauro delle tre chitarre appartenute a Giuseppe Mazzini, che fu un appassionato cultore dello strumento come è testimoniato, tra l’altro, da sue numerose lettere, dalle chitarre nella collezione privata di Battaglia e nei luoghi di nascita e di morte del patriota, che oggi sono il Museo del Risorgimento di Genova e l’Istituto Storico Nazionale Domus Mazziniana di Pisa (di cui è stato nominato musicista conservatore ad vitam dal 2018), con le quali ha tenuto i primi concerti in tempi moderni, tra l’altro, presso la Fondazione Stelline di Milano, il Teatro “Carlo Felice” di Genova e l’Università di Pisa, alla presenza delle massime autorità , e ha pubblicato l’album “Musica dalle lettere di Mazzini suonata sulle sue chitarre” per la prestigiosa casa discografica TACTUS, presentato in anteprima al Museo del Teatro alla Scala il 23.3.2023, recensito entusiasticamente dalle critica.
Chitarra appartenuta a Giuseppe Mazzini – Gennaro Fabricatore, Napoli 1811 Collezione privata del musicista Nel gennaio 2005 Marco Battaglia è riuscito ad acquisire la proprietà di una delle tre chitarre appartenute a Giuseppe Mazzini che, secondo la tradizione orale, fu donata dal patriota al noto Marchese Gaspare Ordoñ o de Rosales (Milano, 10 agosto 1802 – Como, 12 gennaio 1887). Il restauro è stato realizzato a Milano da Federico Gabrielli in collaborazione con Bob Van de Kerckhove. Lo strumento, frutto della bottega di liuteria napoletana del celebre Gennaro Fabricatore, lo stesso costruttore di chitarre che realizzò anche quella conservata nel Museo del Risorgimento di Genova, datata 1821, è del 1811. Un’altra chitarra che fu di Mazzini, e in precedenza di sua madre, Maria Drago, è conservata nell’Istituto Storico Nazionale Domus Mazziniana di Pisa. Battaglia ha avuto l’iniziativa del restauro dei tre strumenti. Il piano armonico è in abete, le fasce insieme al fondo in acero marezzato e la tastiera è in ebano. Il decoro, che, nello stato in cui è stato trovato, era in stile Liberty, è stato ripristinato, insieme alla corretta collocazione del ponte, realizzandone una copia da uno strumento dello stesso autore risalente al 1808. Che la chitarra sia appartenuta a Mazzini è attestato da una dichiarazione sottoscritta dalla vedova di Luigi Rosales, il cui bisnonno fu il Marchese, un fervente patriota che aiutò molto anche economicamente Mazzini, nonché, indirettamente, da alcune lettere, in cui si scrive anche di musica, da lui inviate proprio nei giorni in cui scrisse al Rosales. In una di queste, particolarmente commovente indirizzata nell’agosto del 1836 da Soleure al Marchese a Zurigo, Mazzini scrisse: ”Io potrei ben vivere tutta la mia vita chiuso in una camera, purché per altro avessi tutti i miei libri vicini; così, senza libri, senza chitarra, senza cielo, è troppo”.
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