Chi sono e cosa hanno fatto i caduti di Gallarate per la Liberazione. Il ricordo delle Acli
La cerimonia di commemorazione si terrà al Cimitero Maggiore di Gallarate per ricordare i caduti per la Liberazione. Un invito a riflettere sui valori condivisi di democrazia, libertà e responsabilità civile

Il programma ufficiale per le celebrazioni del 25 aprile a Gallarate prevede, come da tradizione, la deposizione di una corona d’alloro alla Tomba del Partigiano, situata presso il Cimitero Maggiore. Questa cerimonia solenne assume, quest’anno, un significato ancora più profondo, ricorrendo l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal regime nazifascista.
Il monumento, che reca la dedica “AI FRATELLI ITALIANI CADUTI PER LA LIBERAZIONE E QUI RACCOLTI. LA CITTÀ DI GALLARATE”, fu ceduto proprio il 25 aprile del 1945 dalla Congregazione di Carità al Comune, con la finalità di accogliere le salme dei Patrioti caduti. Accanto alla dedica, campeggia anche un monito rivolto all’umanità intera: “POPOLI DEL MONDO NOI SIAMO MORTI PERCHÉ PIÙ NON SI RIPETANO QUESTI ORRORI. RICORDATELO E NON NEGATE QUESTA PACE ALLE NOSTRE ANIME”.
I nomi e le storie dei Caduti
La memoria non è completa senza il ricordo dei nomi e delle storie di coloro che, a vario titolo, hanno perso la vita per la libertà. Si tratta di donne e uomini di Gallarate e dintorni, vittime della violenza e della repressione, ma anche protagonisti attivi della Resistenza.
Bergo Ermenegildo, ucciso a Gallarate in uno scontro a fuoco dai soldati tedeschi.
Betti Angela (1903-1945), deceduta a causa di ferita d’arma da fuoco in uno scontro a Busto Arsizio.
Pegoraro Angelo (1927-1945), Partigiano “Falco”, operaio, ucciso dalle brigate nere a Gallarate il 16 gennaio 1945 mentre passava a salutare la madre.
Cardoletti Germano (1924-1945) “Redaval”, operaio, partigiano della 60^ Brigata “Bonfante”; ferito e catturato in combattimento dai nazifascisti veniva fucilato.
Corno Bruno (1924-1944) dopo l’8 di settembre1943 abbandona la caserma, rifugiandosi in montagna. Catturato durante un’azione veniva fucilato.
Vittorio Arconti (1901- 1944) subì bastonature e arresti sino alla condanna a due anni di confino. Rientrato, continuò a operare clandestinamente. Arrestato dai tedeschi venne deportato nel lager di Mauthausen, dove morì nelle camere a gas.
Egidio Checchi (1892-1944) meccanico, antifascista, aderente al Partito Comunista clandestino, veniva arrestato a Roma dalle SS, condotto alle Fosse Ardeatine e fucilato con altri 334.
Giuseppe Rossi (1899-1945) fervente antifascista, arrestato, veniva inviato nel campo di sterminio di Mauthausen, dove morì nelle camere a gas.
Lotte Froehlinch in Mazzucchelli (1904-1943) moglie dello scrittore Mario Mazzucchelli, fu arrestata in quanto ebrea all’Hotel Meina, insieme ad altri ebrei. Venne fucilata e il corpo gettato nel lago.
Clara Pirani in Cardosi (1899-1944) ebrea, moglie del Preside del Liceo Ginnasio di Gallarate, arrestata nel maggio 1944. Portata a San Vittore, poi nel campo di Fossoli. Uccisa in una camera a gas a Auschwitz.
Guido Camussi (1918-1944) Ufficiale di carriera, venne arrestato non avendo aderito alla RSI. Decise di prendere parte attiva alla guerra di liberazione nella divisione Alfredo Di Dio. Catturato dai tedeschi venne fucilato.
Pasquale Gaspari (1913-1945) Vigile Urbano, appartenente alla 9^ Brigata Rizzato, veniva ucciso nei boschi di Mezzana.
Giacomo Momoli (1910-1945) appartenente alla 131^ Brigata Garibaldi, che operava clandestinamente in zona, intercettato da una squadra di fascisti, venne colpito a morte.
Giancarlo Praderio (1925-1944) studente, renitente alla leva, si unisce ai partigiani. Fatto prigioniero, insieme ad altri, viene costretto a scavarsi la fossa, dove viene buttato dentro vivo.
Walter Rebecchi (1922-1944) Sottotenente di artiglieria, dopo l’8 settembre si univa alle formazioni partigiane. Ad un posto di blocco viene colpito mortalmente durante un combattimento. Fu insignito di Medaglia di Bronzo al Valore Militare.
Luciano Zaro (1924-1944) renitente al servizio di leva, apparteneva alla 9^ Brigata Rizzato. Intento al suo lavoro di orologiaio, i fascisti si presentarono a casa per prelevarlo. Venne colpito a bruciapelo con una fucilata davanti alla madre.
Filippo Carlotti (1921-1944) si unì volontariamente ai gruppi di bonifica dei campi minati dalle truppe tedesche. Durante una di queste operazioni, morì per lo scoppio di una mina.
Francesco Braut (1890-1945) Capitano, appartenete alla Divisione di Assalto Garibaldi- Matisone, morì durante un combattimento.
Un anniversario che guarda al domani
La ricorrenza dell’80° anniversario della Liberazione non è solo un momento di commemorazione, ma anche un’occasione preziosa per rinnovare l’impegno collettivo verso i valori della democrazia, della partecipazione e della solidarietà.
Il 25 aprile rappresenta la fine dell’occupazione nazifascista, ma anche l’inizio di un nuovo cammino, fatto di conquiste sociali e civili costruite con il contributo di tante persone, al di là delle differenze ideologiche. È una festa di popolo, da vivere con gratitudine e con la consapevolezza che la libertà non è mai scontata.
Nel contesto attuale, è quanto mai importante evitare scelte provocatorie che rischiano di alimentare tensioni e conflitti. L’obiettivo dovrebbe essere quello di rafforzare il senso di comunità e di rispetto reciproco, riconoscendo nella memoria condivisa un ponte verso un futuro più giusto, inclusivo e pacifico.
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