Le Acli di Gallarate: “25 aprile giorno di festa e impegno, non di tensioni”
In una nota il circolo "Achille Grandi" auspica che la festa della Liberazione porti a "rafforzare, nonostante visioni differenti, il senso di comunità e di rispetto reciproco", tornando anche alla memoria di chi ha sacrificato la sua vita

Il 25 aprile da celebrare come «festa di popolo, con gratitudine, orgoglio e con il desiderio di rinnovare il nostro impegno per una società più giusta e solidale». È l’auspicio della Acli di Gallarate, per l’ottantesimo della Liberazione, commemorata dal 1946 nella data in cui fu compiuta l’insurrezione finale contro il nazifascismo.
La Acli cittadine partono dal monumento ai partigiani e oppositori uccisi (cui si aggiungono le donne assassinate perché di origini ebraiche) per ricordare le radici profondo della lotta unitaria contro il fascismo e i valori che la ispirarono.
In occasione dell’ottantesimo, le Acli esprimono la necessità di «rafforzare, nonostante visioni differenti, il senso di comunità e di rispetto reciproco». E aggiungono: «Potevano essere evitate, quindi, decisioni provocatorie che inevitabilmente alimentano tensioni e conflitti, per concentrarci, invece, sui valori che questa giornata vuole custodire».
Di seguito il comunicato inviato dal circolo Acli “Achille Grandi” di Gallarate
Il programma ufficiale delle celebrazioni del 25 aprile di quest’anno prevede, tra l’altro, come di consueto, la deposizione di una corona d’alloro alla Tomba del Partigiano preso il Cimitero maggiore. È anche l’occasione per ricordare che questo monumento, proprio il 25 aprile del 1945, veniva ceduto al Comune di Gallarate dalla Congregazione di Carità per la tumulazione delle salme dei Patrioti.
Il monumento porta la dedicazione “AI FRATELLI ITALIANI CADUTI PER LA LIBERAZIONE E QUI RACCOLTI. LA CITTA’ DI GALLARATE” e un monito: “POPOLI DEL MONDO NOI SIAMO MORTI PERCHE’ PIU’ NON SI RIPETANO QUESTI ORRORI. RICORDATELO E NON NEGATE QUESTA PACE ALLE NOSTRE ANIME”.
È bene ricordare chi sono le persone gallaratesi delle quali qui si fa memoria, che hanno dato la loro vita per la liberazione dell’Italia o sono state vittime dalla dominazione nazifascista (https:// storiaresistente.wordpress.com/).
• Bergo Ermenegildo, ucciso a Gallarate in uno scontro a fuoco dai soldati tedeschi.
• Betti Angela (1903-1945), deceduta a causa di ferita d’arma da fuoco in uno scontro a Busto
Arsizio.
• Pegoraro Angelo (1927-1945), Partigiano “Falco”, operaio, ucciso dalle brigate nere a Gallarate il 16 gennaio 1945 mentre passava a salutare la madre.
• Cardoletti Germano (1924-1945) “Redaval”, operaio, partigiano della 60^ Brigata “Bonfante”; ferito e catturato in combattimento dai nazifascisti veniva fucilato. • Corno Bruno (1924-1944) dopo l’8 di settembre1943 abbandona la caserma, rifugiandosi in montagna. Catturato durante un’azione veniva fucilato.
• Vittorio Arconti (1901- 1944) subì bastonature e arresti sino alla condanna a due anni di confino. Rientrato, continuò a operare clandestinamente. Arrestato dai tedeschi venne deportato nel lager di Mauthausen, dove morì nelle camere a gas.
• Egidio Checchi (1892-1944) meccanico, antifascista, aderente al Partito Comunista clandestino, veniva arrestato a Roma dalle SS, condotto alle Fosse Ardeatine e fucilato con altri 334.
• Giuseppe Rossi (1899-1945) fervente antifascista, arrestato, veniva inviato nel campo di sterminio di Mauthausen, dove morì nelle camere a gas.
• Lotte Froehlinch in Mazzucchelli (1904-1943) moglie dello scrittore Mario Mazzucchelli, fu arrestata in quanto ebrea all’Hotel Meina, insieme ad altri ebrei. Venne fucilata e il corpo gettato nel lago.
• Clara Pirani in Cardosi (1899-1944) ebrea, moglie del Preside del Liceo Ginnasio di Gallarate, arrestata nel maggio 1944. Portata a San Vittore, poi nel campo di Fossoli. Uccisa in una camera a gas a Auschwitz.
• Guido Camussi (1918-1944) Ufficiale di carriera, venne arrestato non avendo aderito alla RSI. Decise di prendere parte attiva alla guerra di liberazione nella divisione Alfredo Di Dio. Catturato dai tedeschi venne fucilato.
• Pasquale Gaspari (1913-1945) Vigile Urbano, appartenente alla 9^ Brigata Rizzato, veniva ucciso nei boschi di Mezzana.
• Giacomo Momoli (1910-1945) appartenente alla 131^ Brigata Garibaldi, che operava clandestinamente in zona, intercettato da una squadra di fascisti, venne colpito a morte.
• Giancarlo Praderio (1925-1944) studente, renitente alla leva, si unisce ai partigiani. Fatto prigioniero, insieme ad altri, viene costretto a scavarsi la fossa, dove viene buttato dentro vivo.
• Walter Rebecchi (1922-1944) Sottotenente di artiglieria, dopo l’8 settembre si univa alle formazioni partigiane. Ad un posto di blocco viene colpito mortalmente durante un combattimento. Fu insignito di Medaglia di Bronzo al Valore Militare.
• Luciano Zaro (1924-1944) renitente al servizio di leva, apparteneva alla 9^ Brigata Rizzato. Intento al suo lavoro di orologiaio, i fascisti si presentarono a casa per prelevarlo. Venne colpito a bruciapelo con una fucilata davanti alla madre.
• Filippo Carlotti (1921-1944) si unì volontariamente ai gruppi di bonifica dei campi minati dalle truppe tedesche. Durante una di queste operazioni, morì per lo scoppio di una mina.
• Francesco Braut (1890-1945) Capitano, appartenete alla Divisione di Assalto Garibaldi Natisone, morì durante un combattimento.Questa giornata, che ricorda gli 80 anni dal giorno della Liberazione, rappresenta il simbolo della fine dell’occupazione nazifascista e l’inizio di un nuovo cammino verso la libertà e la democrazia. Un percorso di conquiste collettive raggiunte grazie al sacrificio di tanti, indipendentemente dalle loro convinzioni politiche. Il 25 aprile è anche un’occasione per riflettere sui valori che ci uniscono come cittadini, per riaffermare l’importanza della partecipazione e della responsabilità civica.
La memoria storica non è solo uno sguardo al passato, ma un ponte verso il futuro, per garantire che le generazioni che verranno comprendano il valore della libertà conquistata. Celebriamo questa ricorrenza come festa di popolo, con gratitudine, orgoglio e con il desiderio di rinnovare il nostro impegno per una società più giusta e solidale. Celebriamola insieme, perché vogliamo rafforzare, nonostante visioni differenti, il senso di comunità e di rispetto reciproco. Potevano essere evitate, quindi, decisioni provocatorie che inevitabilmente alimentano tensioni e conflitti, per concentrarci, invece, sui valori che questa giornata vuole custodire.
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