Lupo Alberto festeggia i suoi 50 anni a Busto Arsizio: un lupo blu, nato per caso
La bilbioteca di Busto Arsizio ha ospitato il celebre disegnatore Silver, creatore di un fumetto che ha attraversato varie generazioni. Al pubblico ha raccontato come è iniziata la storia del famoso lupo

Correva il febbraio del 1974 quando Lupo Alberto faceva la sua prima comparsa, ecco che il nostro amico cinquantunenne arriva al Baff, ospite degli spazi della biblioteca cittadina, per raccontare gli esordi del suo disegnatore. Il suo creatore, Silver, pseudonimo di Guido Silvestri, aveva appena 22 anni.
Si parte proprio dalla grafica: perché Lupo Alberto è blu? Se nelle prime strisce in bianco e nero il colore dei personaggi è lasciato all’immaginazione dei lettori e delle lettrici, quando a Silver viene proposta una copertina c’è bisogno di un colore. Ecco l’aneddoto: non è stato Silver a sceglierne il colore. “Ai tempi non esisteva Photoshop” e fu il foto editore a interpretare le indicazioni, con un risultato impreciso ma fortunato: “è venuto fuori questo Lupuffo”.
Un’idea nata tra le campagne emiliane
L’ispirazione arriva tra Modena e Correggio, nei viaggi scuola-casa, attraversando la campagna emiliana. Per la fantasia dell’autore, quei campi dorati ospitavano innumerevoli fattorie, così in una sorta di dormiveglia, Silver inizia a immaginare cosa si sarebbero detti gli animali nell’aia, se avessero potuto parlare. L’idea rimane nella sua mente per anni, fino a quando, nel 1973, cominciò a scrivere le prime battute. I suoi appunti iniziali contenevano le basi di ciò che sarebbe diventato la celebre “fattoria McKenzie”.
Uno stile imperfetto ma personale
Silver racconta di non sentirsi inizialmente all’altezza del compito. I personaggi erano volutamente “mal disegnati”, perché cercava un tratto personale, uno stile che si distaccasse dai canoni classici. La svolta arriva quando cerca di portare ironia nel personaggio principale, Alberto, scegliendo un nome volutamente ambizioso, frutto di una serie di coincidenze più che di un disegno preciso.
L’evoluzione (e l’involuzione) del fumettista
Come tutti i disegnatori, Silver ammette di aver attraversato una fase di evoluzione, seguita da una possibile involuzione, legata alla stanchezza e alla perdita della freschezza giovanile. “Ti abitui a fare le cose con la mano sinistra, ma ti rendi conto che non hai più quella freschezza”. E se Enrico la Talpa ha finito per “rubare la scena” a Lupo Alberto, secondo Silver il paragone con Snoopy e Charlie Brown regge perfettamente.
Strisce, tavole e il ritmo incalzante
Il personaggio nasce nelle strisce, ma presto si passa alle tavole per far fronte alle esigenze editoriali. Le richieste sono intense: quattro strisce a settimana, venti al mese. Un ritmo insostenibile. Silver adotta quindi la formula delle quattro strisce unite da una singola storia. “La parte difficile – confessa – non era disegnare, ma trovare le battute”.
Al lavoro editoriale si unisce il merchandising, “un traguardo, non un fine”. Nonostante il grande successo di quella parte che “rende più della libreria”, Silver chiarisce che il suo obiettivo non è mai stato quello di “fare cassa”. I suoi maestri? Sempre Charles Schulz e Walt Disney.

La Tana del Lupo: un social ante litteram
Silver nega qualsiasi intento autobiografico. “Forse Alberto ero io, ma non credo. Non mi piaceva l’idea dell’autobiografia. Era piuttosto un modo per mettermi in contatto con la mia generazione”.
Ecco che nel dialogo generazionale fondamentale è la creazione della Tana del Lupo, uno spazio di aggregazione per i fan, molto prima dell’era dei social network. “I social eravamo noi: un contatto diretto col pubblico incredibile”.
Tra provocazioni e impegno sociale
Nel corso degli anni, Lupo Alberto è stato protagonista anche di campagne di sensibilizzazione. Ma non sono mancate le controversie. Silver non ha mai avuto paura di trattare temi delicati, come la morte. “Una presa di posizione, una provocazione. Mi sono divertito” e svela con ironia “Disney non ammette nemmeno personaggi dormienti, perché i bambini potrebbero pensare che siano morti”.
Nuove generazioni in campo
Da quattro anni è in corso un progetto editoriale del settimanale Lupo Alberto. Il disegnatore Luca La Neve ha riunito un gruppo di giovani talenti, proponendo a Silver di lasciare che sperimentassero con i suoi personaggi. “Non ho mai avuto gelosia per i miei personaggi”, così, con il compromesso di rispettarne il carattere è nato un libro che raccoglie tutte le loro storie.
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