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Pietro Grasso e Pif al Liceo Crespi di Busto Arsizio: «Le mafie non spariscono, si mimetizzano»

In diretta nazionale dal Liceo Crespi di Busto Arsizio l’ex Presidente del Senato ha dialogato con gli studenti su mafia, legalità e Costituzione. Partecipazione speciale di Pif

Oltre 100 studenti del liceo Crespi in presenza e 70 mila (l’equivalente dello stadio San Siro sold out) collegati in streaming per seguire l’appuntamento organizzato dalla scuola di Busto Arsizio e dalla fondazione, creata da Pietro Grasso, Scintille di futuro per parlare di un tema importante: le nuove strategie di mimetizzazione delle mafie.

Si è svolto nella mattinata di oggi, giovedì 10 aprile, l’evento “Dove si nascondono le mafie?”, trasmesso in diretta nazionale dal Liceo Daniele Crespi di Busto Arsizio. Protagonista dell’incontro è stato Pietro Grasso, già Procuratore nazionale antimafia e Presidente del Senato, oggi presidente della fondazione promotrice dell’iniziativa.

L’incontro ha coinvolto studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado nell’ambito del progetto patrocinato dal Comitato di promozione della legalità “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino” di Varese, con il Liceo Crespi come scuola capofila.

Ad affiancare l’ex procuratore nazionale antimafia ed ex presidente del Senato, nella riflessione pubblica su criminalità organizzata e legalità, la partecipazione straordinaria di Pif, volto noto dell’impegno civile come regista, attore e conduttore tv e radio, che ha contribuito con il suo stile diretto ed empatico a coinvolgere i ragazzi su temi complessi ma centrali per il presente e il futuro del Paese.

L’incontro tra Grasso e Pif

Grasso e Pif si conoscono da anni e a far scattare la scintilla è stata la visione, da parte di Grasso, del film “La mafia uccide solo d’estate” scritto, diretto e interpretato dal suo concittadino (entrambi sono di Palermo, ndr): «L’ultimo film che aveva potuto vedere al cinema era Crimini e Misfatti di Woody Allen e risale alla fine degli anni ’80» – ha raccontato Pif. «Non andai più al cinema dopo che una signora che mi vide entrare con la scorta e il giubbotto antiproiettili chiese a suo marito di spostarsi per paura che potesse succederle qualcosa. Non so pensava potessi esplodere da un momento all’altro» – ha scherzato Grasso.

pif pietro grasso

Il volto invisibile delle mafie

Nel corso dell’incontro, Grasso ha illustrato l’evoluzione del fenomeno mafioso, sottolineando come le organizzazioni criminali si siano progressivamente affrancate dal mero controllo territoriale per diventare attori occulti dell’economia nazionale. «La mafia è una storia di soldi, sangue e affari. Ma oggi il potere mafioso si esercita in silenzio, senza stragi: preferisce mimetizzarsi piuttosto che farsi vedere», ha dichiarato.

La riflessione si è concentrata anche sulla strategia dell’invisibilità: l’assenza di manifestazioni violente rischia di far credere, erroneamente, che le mafie siano state sconfitte. In realtà, esse sono più attive che mai, infiltrate nei gangli dell’economia legale e della vita sociale anche nelle regioni del Nord dove ormai da tempo hanno messo radici profonde.

Durante la mattinata sono intervenute anche due studentesse  del liceo che hanno anche interloquito con Grasso e Pif: Martina Vago e Beatrice Sametti hanno anche fatto un quadro sulle nuove frontiere delle mafie che prima hanno risalito lo stivale (più a nord della linea della palma, come scrisse Leonardo Sciascia) e poi sono riusciti smaterializzarsi nell’ambito del cybercrime con il gioco d’azzardo, le truffe informatiche, le cryptovalute, il dark net. Un lavoro minuzioso, quello presentato dalle due studentesse che hanno lavorato con la redazione interna composta dagli studenti Simone Bicego, Emma Colombo e Jelena Somarelli.

Educazione e consapevolezza come antidoto

Il messaggio dell’ex magistrato è stato chiaro: «È proprio dalla scuola che può partire una nuova stagione di consapevolezza e prevenzione. Agire quotidianamente, nelle scelte di consumo e nel rispetto della legalità, è un modo concreto per non alimentare indirettamente le economie illecite».

La terza vita di Pietro Grasso per gli studenti e i giovani

Grasso ha sottolineato che la terza parte della sua vita l’ha voluta dedicare alla missione di parlare ai giovani. Non a caso è stata data lettura dalla studentessa Miriam Zanardi della lettera che Paolo Borsellino ricevette da una studentessa di un liceo nel febbraio 1992 quando non potè partecipare ad un’iniziativa organizzata con gli studenti.

Grasso ha, quindi, rivolto agli studenti un invito a essere cittadini attivi, capaci di riconoscere i segnali della presenza mafiosa e di contrastarla con gli strumenti della democrazia. «Solo con la cultura e la responsabilità diffusa possiamo sperare di costruire una società libera dalle mafie», ha concluso.

L’iniziativa si è svolta in collaborazione con Unisona e con il sostegno di Fondazione Conad, confermandosi un importante momento di educazione civica e confronto, capace di parlare ai giovani di temi cruciali con linguaggi e testimonianze forti e autentiche.

Pubblicato il 10 Aprile 2025
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