Il vescovo a Fagnano: “Seminiamo speranza, si può stare insieme anche nella diversità”
L'arcivescovo monsignor Delpini, in visita pastorale alla cittadina di Fagnano, lancia un richiamo alla speranza anche in tempi in cui la storia (e la Chiesa) sembrano "nel mezzo della tempesta"
Un invito forte ad «abitare la terra e seminarvi la speranza», anche in tempi in cui la storia e la Chiesa sembrano «una barca con il vento contrario».
Sono le parole dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in visita pastorale a Fagnano Olona, il paese più grande della Valle Olona, dove tra sabato e domenica mattina ha toccato tutte e tre le parrocchie della Comunità Pastorale (Fagnano, Bergoro, Fornaci, seguiranno altre località di valle nel pomeriggio di domenica).
Una riflessione, quella dell’arcivescovo, partita dal brano del Vangelo di Marco (6,45-56), in cui Gesù in preghiera scorge i discepoli «tutti affaticati nel remare poiché avevano il vento contrario».
«La Chiesa in molti Paesi del mondo è contrastata e perseguitata. I cristiani sono vittime di attentati, di discriminazioni umilianti. Ma forse anche in queste terre in cui viviamo, di antica evengelizzazione, sperimentiamo la fatica di remare con il vento contrario. Molte incertezze e seduzioni insidiano l’appartenenza alla Chiesa: un vento contrario, talvolta una tempesta minacciosa».
Come si resiste? «C’è chi si affida al volontarismo e dice: remiamo con vigore, impegniamoci di più, e arriveremo alla riva. Contando sulle proprie forze, sulla persistenza della tradizione. C’è anche chi sembra scoraggiato e crede troppo fragile questa barca della Chiesa, per la forza del vento contrario. Talvolta anche tra gli anziani, che dovrebbero essere saggi, c’è chi è rassegnato. C’è infine il modo del Vangelo: accoglier Gesù sulla barca. La comunità cristiana talvolta assomiglia a volenterosi che contano sulle proprie forze, a volte vive di lamentazione, di deprecazione del mondo. Invece i discepoli ci dicono che proprio nel cuore della tempesta, proprio in quel momento il signore si fa vicino».
L’invito alla comunità è a guardare con speranza al futuro, anche se con vento contrario o persino con una tempesta in arrivo: «Non siete residuo nostalgico, siete quelli che sperimentano la grazia di essere salvati, con senso di speranza invincibile. Vivete l’appartenenza alla Chiesa non come pesante dovere ma come grazia ricevuta, per abitare la terra e seminarvi la speranza».
Con un riferimento anche alla fratellanza e all’unità dei cristiani, nel piccolo come nel globale: «Si può stare insieme anche se si hanno provenienze diverse». Un riferimento anche alla sfida dell’unificazione delle parrocchie nelle nuove comunità pastorali, appunto come quella della Madonna della Selva che ha unito le tre comunità fagnanesi.
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