Enzo Siciliano: la vita di un pittore
Pittore milanese residente nel comune di Sumirago, è scomparso lo scorso 29 gennaio. Le persone che gli sono state accanto stanno organizzando una mostra in cui verranno esposte le sue opere più rappresentative
Vincenzo Siciliano, pittore milanese residente nel comune di Sumirago, è scomparso lo scorso 29 gennaio a seguito di una malattia che, gradualmente, lo aveva allontanato dagli interessi di sempre.
Uomo colto e dall’animo ribelle, Enzo era nato a Milano nel luglio 1942 da una famiglia benestante residente di fronte al Jamaica, lo storico caffè degli artisti nel quartiere di Brera. Dopo il diploma al liceo artistico, aveva deciso di iscriversi al corso di architettura dell’Accademia delle Belle Arti ed è proprio in questo contesto, nel cuore pulsante e avanguardistico della metropoli, che è cominciata la sua formazione artistica e personale. Erano gli anni della Contestazione e anche i giovani italiani, soprattutto studenti, credevano ancora di poter mettere in crisi lo status quo. Durante questo periodo di fervore anche Enzo ha partecipato attivamente a varie manifestazioni, “era essenzialmente anarchico, Proudhon e Bakunin erano i suoi miti di allora” racconta il fratello Gianluigi.
Nonostante avesse poi preferito uno stile di vita più defilato, nel privato Enzo aveva continuato a mantenere e manifestare un’indole anticonformista e un temperamento fuori dagli schemi. Intorno ai trent’anni, dopo un primo travagliato matrimonio dalla durata di pochi mesi, aveva finalmente conosciuto la donna della sua vita, la sua musa. Elena Parsenziani, di undici anni maggiore, era come lui milanese di origine ma aveva seguito un percorso differente: dopo essersi laureata in Economia e Commercio alla Bocconi, aveva intrapreso la carriera da insegnante.
Giunti a Sumirago nel 1977, la loro unione era percepita come scandalosa quando ancora il ruolo di professoressa godeva di prestigio e autorità fuori discussione. «Le nostre posizioni vicine alla sinistra extraparlamentare facevano paura in una realtà così chiusa» aggiunge sempre il fratello Gianluigi, ma nonostante i pregiudizi iniziali la famiglia è poi riuscita a integrarsi nella comunità mantenendo sempre un profilo schivo e riservato. Nel loro piccolo appartamento lungo la via del castello di Caidate, le alte pareti sono ancora ricoperte di quadri e scaffali pieni di libri tra cui le tanto amate gatte, Ciliegia e Sophie, continuano ad aggirarsi indisturbate.
Enzo era un artista dai molteplici interessi, un abile artigiano torchiatore nonché un raffinato intellettuale. Durante i primi anni della sua carriera aveva spaziato tra molte tecniche sperimentando il design, la pittura, le incisioni e le grafiche; soprattutto queste ultime sarebbero diventate il suo cavallo di battaglia. La sua naturale attrazione verso l’umanità marginale e disagiata lo aveva portato a focalizzarsi sui sofferenti e sugli afflitti, forse mosso da un tormento che lo animava nel profondo. I suoi soggetti prediletti, sempre resi con grande naturalezza e autenticità, erano uomini e donne fragili ritratti in momenti di disperazione, ma anche grandi poeti, letterati, musicisti e cantautori contemporanei o del passato.
Grazie alle sue indubbie doti artistiche, nel corso degli anni Enzo Siciliano ha conosciuto diversi artisti di fama internazionale con cui ha anche stretto importanti collaborazioni, si ricordano su tutti Piero Manzoni, Luca e Roberto Crippa e Julio Paz.
In memoria di un artista poco conosciuto, di un intellettuale in grado di scandagliare e rappresentare a fondo l’animo umano, le persone che gli sono state accanto duranteq gli ultimi anni stanno organizzando una mostra in cui verranno esposte alcune delle sue opere più rappresentative. Altre informazioni verranno comunicate quando saranno ultimati i preparativi.
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