Landini inaugura la Camera del Lavoro di Malpensa. “Per tutti i lavoratori dell’aeroporto”
Dentro allo scalo lavorano 19mila persone: una miriade di contratti, categorie, lavori diversi. E con il problema della disparità di diritti ancora da affrontare
«Là dove c’è un arretramento dei diritti del lavoro, c’è un arretramento della democrazia». Per l’inaugurazione della nuova Camera del Lavoro di Malpensa arriva Maurizio Landini, segretario generale nazionale della Cgil, e l’apertura di uno spazio di rappresentanza del sindacato assume un valore diverso.
Perché Landini viene a portare l’idea – su cui si è giocato il congresso del maggiore sindacato italiano – della «contrattazione inclusiva», che elevi i diritti di chi oggi vive sul lavoro una precarietà e un’assenza di tutele che diventa poi anche esistenziale, che mina la stessa società e la democrazia.
E Malpensa rappresenta uno scenario perfetto del lavoro di oggi: una cattedrale del terziario avanzato, una «fabbrica postfordista» dove convivono ogni genere di mansioni e soprattutto in cui «si è creato un doppio binario», due percorsi diversi «chi ha tutele e diritti» e la «miriade di lavoratori che non godono degli stessi diritti e tutele», come ha riconosciuto il segretario provinciale della Cgil Varese Umberto Colombo.
I delegati sindacali – di ogni categoria e mansione, dall’handling alle forze dell’ordine, dalla logistica agli assistenti di volo – hanno raccontato a Landini una realtà multiforme, dove spesso si affaccia il lavoro in cooperativa e quello interinale. Un lavoro parcellizzato, che ha bisogno di riunire pezzi diversi, metterli in rete, condividere problemi e soluzioni.
L’ha detto Landini in un passaggio introduttivo, citando la rivoluzione digitale che ha messo al centro la condivisione della conoscenza, diventata necessaria. Un richiamo contemporaneo che vive insieme a quello, simbolico eppure concretissimo, della storia del sindacato: «I lavoratori che andavano alle prime Camere del lavoro nell’Ottocento non si chiedevano mica “che categoria sono?”, andavano lì perché non sapevano leggere né scrivere e volevano sapere se il padrone li stava fregando» ha detto Landini con immagine efficace .
Ecco la necessità di mettere insieme elementi diversi, rivendicare diritti diversi, «utilizzare la differenza come elemento per raggiungere i diritti» ha continuato il segretario generale, citando una lavoratrice che aveva parlato dei diritti delle donne dentro ai posti di lavoro. Con l’ambizione di arrivare a stabilire uno standard per l’intero comparto aeroportuale: «Si può pensare che c’è una contrattazione che non riguarda singole aziende, ma l’intero aeroporto?».
Dentro, come detto c’è di tutto. C’è la competizione spietata tra le aziende di handling e nel settore del Cargo, che spinge verso il ricorso indiscriminato al lavoro in false cooperative (su cui Landini è stato incalzato – dall’esterno – anche da M5S e Cub Trasporti). C’è lo scenario multiforme delle compagnie aeree, con una competizione tra le low cost che mostra luci (raccontata dalla delegata Easyjet, rivendicando la contrattazione di secondo livello) e ombre (se n’era parlato per l’handling Ryanair). C’è la logistica dove i lavoratori sono ridotti sempre più a «utensili», come raccontato da Aldo Bodino, che ha seguito la vertenza di FedEx.
Nel corso dell’assemblea è emersa anche la proposta, avanzata da Umberto Colombo – affiancato da Pino Pizzo della segreteria – di «un coordinamento delle Rappresentanze dei Lavoratori per la Sicurezza», che aiuti ad affrontare un tema centrale e importantissimo ma oggi frazionato nella miriade di settori e categorie in cui operano i 19mila lavoratori di Malpensa.
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