Il Comune ricorda il dottor Hábermann nel giorno dei Giusti
Aveva costituito in Italia una rete clandestina per salvare vite durante il nazismo. Domani, alle 15 e 30, una commemorazione per ricordarlo davanti alla targa che gli è stata dedicata
Il 6 marzo si celebra la Giornata Europea in memoria dei Giusti, istituita nel 2012 dal Parlamento europeo raccogliendo l’appello lanciato dall’Associazione Gariwo a nome di intellettuali, uomini di cultura, politici, semplici cittadini per valorizzare la Memoria di coloro che, in ogni parte del mondo, hanno salvato vite umane in tutti i genocidi e difeso la dignità umana durante i totalitarismi. Anche quest’anno, Busto ricorderà il “suo” giusto, il dottor Aladár Hábermann, medico ungherese che abitava in città che salvò decine di persone ricercate dai nazifascisti.
Martedì 6 marzo alle 15.30 è infatti in programma un momento di commemorazione davanti alla targa dedicata al dottor Hábermann che si trova all’Ospedale nell’aiuola situata di fronte al padiglione della Neurologia. Saranno presenti il vicesindaco Isabella Tovaglieri, il direttore generale dell’ASST Valle Olona Eugenio Porfido, la figlia del dott. Hábermann, Anna Maria, il Comitato Amici del Tempio civico, i rappresentanti delle scuole superiori e delle associazioni che si impegnano per valorizzare la memoria. Sarà un modo per ricordare tutti i “Giusti” che si sono opposti ai totalitarismi.
Nato nel 1904 a Csátalja, il dottor Hábermann era ebreo, ma, benché convertito, fu perseguitato dalle leggi razziali. Così scrive la figlia: “nello stesso periodo in cui la sua famiglia veniva perseguitata in Ungheria e poi sterminata dai nazisti, mio padre – coadiuvato validamente dalla moglie Rosa e dal fratello di lei, Mario De Molli – aveva costituito in Italia una rete clandestina di “salvatori di vite”, riuscendo a sottrarre alle persecuzioni nazifasciste più di 50 fra partigiani e perseguitati politici, e parecchi ebrei, sia italiani che stranieri. Grazie a questi meriti civili egli ricevette l’agognata cittadinanza italiana dal presidente Einaudi nel 1951, epoca in cui non era facile per uno straniero divenire italiano”.
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