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Agricoltori e allevatori alle prese con la siccità: “Siamo davvero preoccupati”

Agricoltori e allevatori sono preoccupati per le prospettive di una stagione che rischia di essere senza acqua. A rischio mais, fieno, frutta e ortaggi

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C’è chi sta rinviando le semine, chi sta pensando di cambiare prodotti e chi ha già iniziato ad irrigare i campi sfidando il rischio delle gelate. È un inizio di stagione che preoccupa molto le campagne, non solo per il caldo anomalo ma anche per la scarsità delle riserve idriche. I timori di chi lavora la terra sono stati raccolti da Coldiretti, e le voci non sono affatto rassicuranti.

«Sono davvero preoccupato –dice Angelo Anselmi, coltivatore di Pescarolo ed Uniti, Cremona–. La terra non si riesce a lavorare e per questo ho deciso di rinviare di qualche settimana le semine. Sto valutando la possibilità di puntare su colture diverse dal mais, come ad esempio il girasole che sopporta meglio le alte temperature e la mancanza prolungata di acqua». «Stiamo avendo grossi problemi per l’assenza di piogge –spiega Davide Facchinetti di Treviglio (Bergamo)–. Se la situazione non cambia al più presto, stimiamo la perdita di circa il 30% di segale e loietto. Anche per il mais le prospettive non sono buone».

Sugli alberi da frutta, fioriti in anticipo, e su alcuni ortaggi che necessitano di irrigazione, i timori più grandi riguardano lo sbalzo termico tra giorno e notte da una parte e il pericolo di gelate tardive dall’altra. «Visto che non piove –racconta Pina Alagia, che produce ortofrutta a Besana Brianza– dobbiamo bagnare noi le nuove insalatine, ma dobbiamo farlo nelle ore più calde della giornata per evitare le gelate notturne. La vera preoccupazione è che dopo un inverno così secco, acqua e temperature troppo basse possano arrivare nel momento meno opportuno, tra aprile e maggio». «In fase di apertura del fiore è importante dissetare le piantine e gli arbusti –conferma Enrico Montonati, produttore di mirtilli a Vergiate– ma occorre fare attenzione, perché il pericolo di una brinata improvvisa è ancora dietro l’angolo». «La mancanza di pioggia e le temperature troppo calde per il periodo, hanno determinato l’anticipo della fioritura delle piante da frutta di almeno 10 giorni  -spiega Vittoria Urgnani, alla guida con il marito di un’azienda agricola di ortaggi, piante e fiori a Rovato (Brescia)–. Se le gelate dovessero arrivare ora, potremmo perdere gran parte del raccolto».

A rischio anche le produzioni di qualità come il Parmigiano Reggiano: «Ci sono problemi di ingiallimento dell’erba medica e preoccupano le nuove semine, la cui germinazione è quasi compromessa –testimonia Kristian Minelli, 300 bovine da latte e 110 ettari a San Benedetto Po (Mantova)–. In un territorio come quello della Dop del Parmigiano Reggiano, dove noi allevatori dobbiamo rispettare dei vincoli per il foraggio destinato all’alimentazione degli animali, il pericolo è che si verifichi carenza di prodotto».

Prime contromisure contro la siccità: “Alzate il livello del Lago Maggiore”

Quello appena concluso –precisa la Coldiretti– è stato un inverno anomalo e siccitoso che tra il mese di dicembre e la prima metà di marzo ha fatto registrare solo tre giornate di pioggia che hanno coinvolto tutto il territorio regionale. Sempre più in sofferenza i grandi laghi con le percentuali di riempimento che sono scese al 7,6% per quello di Como, al 15% per l’Iseo e al 28,5% del Maggiore. Si salva, per ora, solo il lago di Garda con oltre il 90% di riempimento

L’andamento degli ultimi mesi conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano –continua la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che mettono a rischio boschi e campagne. Basti pensare che, nel solo mese di gennaio, in Lombardia gli incendi hanno devastato oltre mille ettari di territorio.

Lombardia in fiamme, da inizio anno bruciati 1.000 ettari di boschi

 

Pubblicato il 21 Marzo 2019
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