Il racconto del partigiano: “A casa nessuno sapeva, nascondevo il fucile nel fienile”
Momento clou delle celebrazioni per il 25 aprile a Solbiate Olona, la testimonianza di Enrico Tomasini, Patriota solbiatese e ultimo superstite della Brigata Raimondi
Il 25 aprile di Solbiate Olona porta indietro le lancette del tempo: lo fa con una giornata ricca di momenti di riflessione e tanti ospiti, ma soprattutto grazie alla testimonianza di Enrico Tomasini, Patriota solbiatese e ultimo superstite della Brigata Raimondi, operante nel 1944/1945 in Lombardia e Piemonte. È il sindaco Luigi Melis a fare gli onori di casa e ad accogliere il 93enne partigiano, in un centro socio-culturale purtroppo non affollato come la levatura del momento avrebbe meritato.
Le parole dell’importante ospite permettono ai presenti di immergersi nella realtà di oltre 70 anni fa, fra campagne e cascine: “Una volta rientrato a casa, nascondevo il fucile nel fienile. Nessuno della mia famiglia sapeva che cosa facevo ogni giorno, come ignoravano la verità i familiari dei miei compagni. La vita del partigiano era, dal primo momento all’ultimo, sempre caratterizzata dal rischio della morte”. Una vita di sacrifici e pericoli, che Tomasini rivendica, perché spesa per un ideale più grande: “Abbiamo lottato per la libertà, con il solo scopo di liberare l’Italia: era questo che ci dava la forza e la speranza”. Un discorso apprezzato dal pubblico e dall’Anpi cittadina, che ha donato un riconoscimento a Tomasini, ma che lui ha voluto condividere con la memoria di chi lottò al suo fianco.
Interrogato a margine dell’incontro sulle divisioni che caratterizzano il nostro Paese oggi, proprio in merito alle celebrazioni per il 25 aprile, il partigiano solbiatese richiama l’esempio di chi allora lottò con coraggio: “Fra noi non c’erano partiti e differenze, il nostro impegno era per l’Italia intera, per la democrazia”. Un concetto ribadito dal Primo cittadino di Solbiate Olona: “Attualizzare il passato e la storia è sempre un bene, avendo cura di non creare divisioni: il 25 aprile non deve mai essere una commemorazione di parte”.
![enrico tomasini](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/04/generico-2018-734935.610x431.jpg)
Totalmente assenti gli studenti, che avrebbero potuto ascoltare una importante lezione di storia, senza passare dai libri, ma ascoltando le parole di chi la storia ha contribuito a farla: “L’Amministrazione comunale ha inviato alle scuole l’invito per la giornata, ma gli istituti non sono riusciti a garantire la partecipazione dei bambini, complici anche le festività di questa settimana. Di questo mi dispiace molto” ha tenuto a sottolineare il sindaco Melis. Un rammarico condiviso dal consigliere di opposizione Stefano Catone: “La testimonianza di Tomasini è stata davvero importante: è un peccato che i nostri studenti non abbiano potuto ascoltare i suoi racconti”.
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