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Cassani va avanti e detta le condizioni: “Nessuna garanzia per nessuno”

Di fronte a un pubblcio numerosissimo, il sindaco ha attaccato le opposizioni, ha lamentato una certa timidezza di Forza Italia e annunciato una costituzione di parte civile. Le opposizioni attaccano: "Dalla maggioranza gravi errori politici, di fronte a un sistema malato"

gallarate generico

«Chi deciderà di sostenermi lo farà senza garanzie». Così il sindaco di Gallarate Andrea Cassani ha posto le sue condizioni ai partiti di maggioranza. Lamentandosi di una certa timidezza di Forza Italia, dopo il terremoto giudiziario che ha travolto i vertici locali del partito, ma dicendosi pronto anche a continuare. Mentre dall’opposizione continuano a piovere bordate sulla maggioranza, per i «gravi errori politici».

Sono stati assessori (rappresentati da Isabella Peroni) e consiglieri (con Aldo Simeoni) ad aprire la seguitissima seduta del consiglio comunale, subito dopo la telegrafica comunicazione di revoca dell’assessore all’urbanistica, Alessandro Petrone, agli arresti a seguito dell’inchiesta che ha terremotato la politica.

«Gli assessori non si riconoscono nelle condotte emerse dalle indagini, si riconoscono nei valori e nei principi del proprio partito, saranno questi a guidarci» ha detto Isabella Peroni, rivendicando «orgoglio» nell’appartenenza alla storia di Forza Italia. «Con rinnovato impegno lavoreremo in giunta insieme alle altre componenti». Peroni ha anche subito ringraziato il sindaco Andrea Cassani, «che in un momento non facile ci ha rinnovato fiducia».

«Non siamo sprovveduti, non vogliamo minimizzare» ha continuato subito dopo il consigliere Aldo Simeoni. «Perseguimento dell’interesse pubblico, fini personalistici non ci appartengono, ci dissociamo». Simeoni ha ribadito il sostegno al sindaco («garantiremo sostegno leale») e ha chiesto «rispetto» per Forza Italia.

A dare subito fuoco alle polveri è stato per primo l’assessore leghista Paolo Bonicalzi, che dopo una comunicazione tecnica sui servizi sociali, ha concluso il suo breve intervento con un «buona commedia a tutti» che ha provocato mormorio e proteste dal pubblico, presente numeroso in sala (che nel corso della serata si è fatto molto sentire, pro o contro Cassani).

Addio alla Variante al Pgt: dopo l’inchiesta nessuno la difende più

«Gallarate vive il periodo più buio dal punto di vista della legalità, dell’appannarsi del senso di comunità e della fiducia nelle istituzioni» ha esordito il capogruppo Pd Giovanni Pignataro. «Più grave anche del periodo di Tangentopoli. Anche se tutti venissero assolti, quel modo di gestire la cosa pubblica è malato: quel modo di prendere ordini al bar e portarli in giunta o in consiglio comunale è malato». Una osservazione dura a cui – un po’ inaspettatamente – è arrivato anche il plauso («non ironico») del sindaco Cassani.

«A parte il ritiro della delega di un assessore in carcere, a fronte di tutto questo, si va avanti come tutto andasse bene» ha continuato Pignataro. «Io penso che il sindaco sia onesto ma abbia compiuto gravi errori politici» ha continuato il capogruppo, che si è rivolto poi anche ai consiglieri della Lega. «Rinunci a Forza Italia e vada alle urne, forte dei risultati della Lega».

«La condanna di questi fatti credo che non debba passare attraverso degli attacchi alle persone» ha iniziato la sua replica il capogruppo leghista Stefano Deligios. Ha condannato «fortemente» i fatti emersi, ma ha detto «non era compito nostro controllare quanto accadeva all’ “ambulatorio”» (il ritrovo del gruppo Caianiello), rinviando dunque il problema ai soli reati e rifiutando una qualunque responsabilità politica.

Dai banchi del centrodestra però è arrivato anche un giudizio duro: «L’assordante silenzio sentito fino a pochi minuti fa era meglio di quanto sentito dai banchi del centrodestra» ha detto Luca Carabelli, di Libertà per Gallarate. «Non c’è stata una presa di posizione netta e precisa, nessuno ha detto di voler tagliare i ponti con le persone… perché poi sono le persone che commettono i reati o presunti tali e i comportamenti non penalmente rilevanti ma politicamente inaccettabili». «Quello che deve venire fuori questa sera, da questo consiglio comunale, è una presa di posizione chiara, netta, precisa, definitiva» ha sollecitato invece Rocco Longobardi, consigliere di Gallarate 9.9.

Cassani ha tenuto per sé l’ultima parola, usando lo spazio d’intervento sulla delibera sul Pgt: il sindaco ha detto di essere passato «dall’oscuramento in volto all’incazzatura, alla voglia di continuare». Ma anche attaccato le «opposizioni», che «quasi tutte hanno dato il peggio di se stesse», con «attacchi personali». Ha rivendicato il suo ruolo di amministratore «estraneo e ostacolo» al gruppo Caianiello e ha attaccato l’opposizione, in particolare il Pd, «che si siedeva al tavolo con Caianiello per questioni provinciali».

«Se gli accusati potranno difendersi piano giudiziario, la condanna politica è già definita. Netta e chiara dal giorno degli arresti è stata la mia condanna, l’ho fatto subito senza paura di conseguenze. Io non facevo ciò che voleva Caianiello, emerge dalle carte» (cita gli interessi del gruppo Caianiello sulla azione responsabilità, sullo spostamento del funzionario Massimo Sandoni, su via Torino-Cadore).

Dopo le forti critiche alle opposizioni, però, Cassani è tornato con forza sul destino della sua amministrazione e sulla necessità di discontinuità. Ascoltate le parole di Forza Italia, ha detto: «Avrei sperato fossero maggiormente incisive, come quelle di Farioli a Busto». Il primo cittadino ha detto che farà «scelte dolorose», che «nessun assessore potrà sentirsi sicuro del suo posto» e che «chi deciderà di sostenermi lo farà senza garanzie» di posti o peso politico. Una richiesta di fiducia senza possibilità di porre condizioni: «Se andrò avanti, non andrò avanti a campare, ma per dare forza all’azione amministrativa». Senza timore di eventuale sfiducia: «Se vorrete tornare alle urne – ha concluso rivolgendosi di fatto alla sua maggioranza – il primo candidato c’è: sono io».

Ultima nota: Cassani ha detto che i fatti emersi hanno leso «la nostra dignità, ma anche la dignità della città». E per questo ha annunciato: «È mia ferma intenzione far costituire Comune parte civile nel processo».

E la mozione di sfiducia al sindaco? È stata alla fine è stata respinta: undici voti favorevoli alle sue dimissioni, dodici contrari (Cassani stesso si è astenuto).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 29 Maggio 2019
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