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Dopo 13 ore di interrogatorio, Bilardo va ai domiciliari

Era in carcere dal 7 maggio scorso. Lunedì era stato interrogato per un'intera giornata dal Pm Luigi Furno, nell'ambito dell'inchiesta mensa dei poveri

Caianiello Bilardo Pedroni

Alberto Bilardo va ai domiciliari.

Dopo un mese di detenzione, l’ingegnere, per un periodo coordinatore di Forza Italia a Gallarate e prima coordinatore enti locali, ha lasciato il carcere a mezzogiorno di venerdì: rimane in custodia cautelare ai domiciliari, nella sua abitazione di Cassano Magnago.

Bilardo è una delle persone più vicine a Nino Caianiello, anche secondo la ricostruzione fatta dall’ordinanza che l’ha portato in carcere lo scorso 7 maggio. Lunedì scorso Bilardo – che è difeso dall’avvocato Roberto Aventi – era stato interrogato dal pm Luigi Furno, uno dei titolari dell’inchiesta della Dda. L’ingegnere (a destra nella foto, con Nino Caianiello e Alessandro Petrone, entrambi arrestati nella stessa giornata) aveva parlato per tredici ore, per spiegare la sua posizione. Non sono stati rilasciati commenti dal suo legale, «in accordo» con lo stesso indagatp.

Il nome di Bilardo rientra nei due diversi filoni “varesini” dell’inchiesta, sia quello relativo all’urbanistica di Gallarate, sia quello che ha indagato nella gestione delle società pubbliche.  Secondo la ricostruzione dell’ordinanza, aveva “il compito di mantenere le relazioni con i privati corruttori, anche grazie all’attività professionale del suo studio di ingegneria civile che svolge in palese conflitto di interessi con i paralleli incarichi politici e di governance di società municipalizzate”. Quanto all’altro capitolo, la Dda di Milano si è concentrata sul suo ruolo nella società di gestione dell’inceneritore di Borsano, che serve un’ampia area tra Varesotto e Alto Milanese: “Sotto la costante etero-direzione di Caianiello, avrebbe svolto, inoltre, il compito di mantenere gli equilibri all’interno della società in house Accam spa, grazie anche al rapporto diretto che lo stesso intrattiene con il direttore generale Paola Rossi”.

 

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 14 Giugno 2019
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