Processo Cazzaniga, ultima battaglia in aula prima della superperizia
Ultima udienza prima dello stop estivo per il processo all'ex-medico del Pronto Soccorso di Saronno accusato di aver provocato la morte di 13 pazienti e di aver preso parte all'omicidio della mamma dell'amante
Il processo al medico Leonardo Cazzaniga riprenderà ad ottobre e ripartirà dalla super-perizia che dovrà chiarire una volta per tutte se qugli 11 pazienti morti sotto le sue cure al Pronto Soccorso di Saronno sono state uccise dal professionista volontariamente, in quanto ritenute ormai al termine della loro vita, o se si è trattato dell’applicazione di cure palliative per alleviare lo stato di sofferenza psico-fisica di persone ormai prossime alla morte.
Attorno a questo quesito si sta giocando una buona parte di questo processo che vede il medico brianzolo accusato anche di aver preso parte all’omicidio di Maria Rita Clerici, la madre dell’amante Laura Taroni, e di altri due pazienti del Pronto Soccorso (dei quali uno è lo zio del marito di Laura Taroni, Luciano Guerra).
Per queste due ultime morti in ospedale l’accusa aveva chiesto di risentire in aula i periti del giudice per le indagini preliminari che avevano già esaminato i casi in sede di incidente probatorio. La testimonianza di oggi, sostenuta dl professor Gaetano Iapichino, è stata duramente contestata dalla difesa di Cazzaniga e in particolare da Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora che hanno mosso diverse critiche alla relazione presentata.
Iapichino, infatti, è andato ben oltre il quesito iniziale dell’incidente probatorio, integrando la sua spiegazione con quanto detto dai consulenti della difesa nelle precedenti udienze (i due professori Zucco e Fortini) sul tema delle cure palliative. Questo ha fortemente irritato i due legali che hanno chiesto e ottenuto dalla corte d’Assise (dopo un’ora di camera di consiglio) l’annullamento della parte di deposizione in cui si parla di questioni esterne ai due quesiti principali: se nei corpi riesumati erano presenti tracce di farmaci sedativi (propofol e midazolam, ndr) e se questi farmaci potevano avere avuto un ruolo nella morte del paziente.
La battaglia tra l’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Cristina Ria e dal procuratore capo Gianluigi Fontana, e la difesa riprenderà ad ottobre.
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