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La basilica e non solo: Gallarate vista dai pittori “en plein air”

Il concorso proposto dall'associazione Passione Arte ha visto la partecipazione di tanti artisti, venuti anche da lontano, che offrono uno sguardo sulla città

Generico 2018

C’è spesso la basilica di Santa Maria Assunta con il suo cupolone, ma ci sono anche le periferie. Ritratte nel segno del realismo o trasfigurate in elaborazioni personali. È Gallarate vista attraverso le opere della prima edizione del concorso di pittura “en plain air” proposto dall’associazione Passione Arte.

«Abbiamo avuto trentotto iscritti, tra cui sei bambini» spiega Marinella Bai, uno dei promotori. «Dalla provincia e anche da lontano, da Pinerolo, da Biella, da Novara» continua Eliseo Valenti, altro animatore dello spazio artistico in via San Giovanni Bosco.

Sabato 29 giugno, alle 17, si terrà proprio in via San Giovanni Bosco la cerimonia di premiazione, con le quattro opere principali selezionate, più un vincitore tra i bambini.
È una occasione anche per venire a vedere tutte le opere presentate, molte interessanti anche per la interpretazione personale del tema, in alcuni casi al limite dell’arte astratta, in altri elaborata attraverso l’uso dei materiali.

Tanti i paesaggi urbani che si possono riconoscere: la basilica è il soggetto più ritratto (spesso come “quinta” del paesaggio urbano). Silvio Papale la ritrae usando come materiale di supporto la pagina di un giornale (tecnica proposta anche da Mara Tamantini), legando così l’immagine tradizionale alla attualità di questi giorni. Alberto Beretta Pece porta in piazza Garibaldi, mentre un delicato e ampio disegno di Ferruccio Locarno porta alla collina di Crenna, con vista sul multiforme paesaggio cittadino. Sofia Sessa ha declinato il tema Gallarate invece con un’opera concettuale, con i nomi delle strade del centro che si fanno gesto grafico.

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Meno esplorata rispetto alla Basilica è la presenza del torrente Arno, con le opere  di Armando Cortese e Augusto Serasi. Lo spazio urbano di Largo Camussi è restituito da Elena Pizzardi, con tecnica  materica applicata anche da Ivana Piotti e Roberto Raffaele De Marchi su altri soggetti (nella foto sotto). Un trittico religioso di Antonina Zeami affianca alla basilica anche la chiesa di San Francesco, ritratta anche da Adriana Gasparotto, mentre Tiziana Valbonesi propone uno sguardo più ampio su Piazza Risorgimento.

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Fin qui angoli conosciuti. Ma c’è anche una Gallarate “minore”, quella delle periferie: un soggetto umile è il casello con passaggio a livello di Crenna di Nicola De Benedictis,  il sottopasso di via Venegoni è interpretato da Maria Stefania Tornese come contrasto tra luci e ombre. Emanuela Ciabatti evoca – con opera di gusto sironiano – la “manchester d’Italia” d’un tempo, con le fabbriche e le ciminiere che affollavano il paesaggio. Tra le tante versioni della Basilica, merita una citazione la visione “aerea” di Mimmo De Sena, che sottolinea la massiccia mole inserita nel minuto tessuto edilizio del centro storico.

Se i paesaggi dominano come soggetto, Paola Mazzucchelli ha scelto invece di rappresentare la città attraverso la maschera carnevalesca di Re Risotto, il mitico Pietro Tenconi.

Oltre a quelle citate (le abbiamo citate per i soggetti), in via San Giovanni Bosco si trovano anche le opere di Armando Vanzini, Armando Cortese, Alma Gnocchi, Paolo Sanfelice, Camillo Gandola, Roberto Battista Bando, Paolo Amicarelli, Giovanni Perota, Mara Tavantini, Emanuele Gallo, Vanda Semenenga, Edoardo Cilona, Nicola Fe Benedictis, Gianni Pona, Adriano Canton, Stefano Bandera, Mimmo De Sena, Sofia Sessa, Franceschini Claudio Vittorio, Angelo Augelli.

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Infine i bambini: Tommaso Bandera, Matteo Bossi, Marta Bossi, Edoardo Cilona, Tecla Di Bari, Gaia Romanello hanno proposto la loro lettura della città.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 29 Giugno 2019
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