“I lavoratori pagano l’accordo separato, anche sul piano della sicurezza”
I sindacati tornano alla carica dopo l'infortunio avvenuto nella serata di domenica
«L’inefficacia dell’accordo separato la pagano i lavoratori, anche sul piano della sicurezza».
All’indomani dell’infortunio sul lavoro a Malpensa, i sindacati FILT-CGIL FIT-CISL e UGL-TA tornano a contestare l’accordo separato in Airport Handling che era stato invece sottoscritto da autonomi e UILT («sigle che in Airport rappresentano un numero di iscritti marcatamente inferiore al 50% del totale»).
I sindacati avevano duramente contestato quell’accordo «dettato unicamente dalla disperazione del management», arrivando fino allo sciopero nel giorno precedente l’avvio dell’operazione-Bridge, vale a dire del trasferimento dei voli da Milano Linate a Malpensa.
«Quell’intesa non contiene le indispensabili garanzie di tenuta su carichi di lavoro, tempi di esposizione del personale, utilizzo di addetti con contratto di somministrazione, formazione specifica, salute e sicurezza» dicono Cgil, Cisl e Ugl.
«Il primo mese di bridge ha confermato le nostre preoccupazioni: il personale è insufficiente (chiedere ai manager del gestore SEA che si sono prestati a fare da operai allo smistamento bagagli del T1 per evitare il blocco degli impianti), i carichi di lavoro sono fuori controllo, la sistemazione logistica degli addetti di Linate indegna di un’Azienda delle dimensioni di AH, la formazione a cui AH ha sottoposto i lavoratori somministrata totalmente lacunosa».
Un altro sciopero è già in cantiere, per il 6 settembre.
«Purtroppo però, nonostante la mediazione della Prefettura e la richiesta urgente di sopralluogo inviata alla ATS (ASL) di Varese, dell’accordo separato, Airport Handling ha continuato arrogantemente a non ascoltare gli allarmi che abbiamo lanciato, fino a quando, inevitabilmente, i carichi di lavoro e la fatica hanno provocato un infortunio gravissimo, che poteva risultare mortale, con un operaio che è precipitato da un mezzo di lavoro preposto allo sbarco delle stive di un Airbus 380, ferendosi seriamente alla testa.
Nel solidarizzare con il lavoratore, e mettendoci a sua disposizione per ogni tipo di consulenza legata all’evento, torniamo a denunciare con forza la gravità della situazione che si è venuta a creare dal 27 luglio e la totale inefficacia dell’accordo separato del 26 luglio.
Ci auguriamo che Airport Handling abbia almeno la decenza di non attribuire la responsabilità dell’accaduto al lavoratore (pratica che l’Azienda non disdegna), laddove frenesia e disorganizzazione da un mese regnano incontrastate. Davanti alla prospettiva di altri due mesi di “bridge” chiediamo a ENAC e Gestore aeroportuale di non spegnere i riflettori sull’handling aeroportuale, perché l’emergenza in Airport Handling non terminerà certo con la fine dell’estate».
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