“Il progetto oncologia, un modello nell’attesa del futuro ospedale unico”
In audizione nella commissione sanità i vertici dell'ASST Valle Olona spiegano i motivi della riorganizzazione dell'oncologia tra Busto e Gallarate: "Nessuno svantaggio atteso e progetto per prepararsi all'ospedale unico"
Alla fine delle slide della presentazione accanto alla voce svantaggi attesi c’è una sola parola: nessuno. E la Direttrice Sanitaria dell’ASST Valle Olona, Paola Giuliani, lo ripete più volte mentre presenta il “progetto oncologia” alla commissione sanità del comune di Busto Arsizio. «Questo piano si avvale dei due presidi di Busto e Gallarate già nell’ottica del prepararci all’ospedale nuovo» spiega la dottoressa sviscerano il tema del trasferimento dei posti della degenza da Busto a Gallarate che questa estate aveva destato particolare allarme.
«Quello che facciamo è andare a caratterizzare meglio i due presidi -continua Giuliani- al fine di migliorare fortemente il valore di confort per il paziente oltre che la sicurezza e la qualità delle cure». E così ad esempio con la riorganizzazione di Busto «andremo a riorganizzare gli spazi presenti e ad offrire nuovi servizi, come lo sportello di supporto psicologico e di nutrizione» mentre a Gallarate «un’unica sede di degenza garantirà sicurezza e migliore qualità per il paziente grazie alla concentrazione di tutta la parte medica». Tutto questo al netto del fatto che «oggi il paziente è assistito principalmente con i posti tecnici e sono meno quelli che necessitano del ricovero» e proprio per questo motivo «potenzieremo il servizio di hospice, che consentirà anche una presa in carico domiciliare».
Una riorganizzazione che richiede tempi tecnici e burocratici ma che dovrebbe giungere a completamento entro la fine dell’anno. Durante l’audizione -che ha visto anche la massiccia presenza del comitato contro l’ospedale unico- è toccato al Direttore Generale dell’ASST Valle Olona, Eugenio Porfido, spiegare che «nel progettare questo nuovo presidio stiamo ragionando già da adesso come un unico ospedale su due stabilimenti; un unico presidio perché i lavoratori devono lavorare insieme e incominciare a riorganizzarsi figurandosi il nuovo scenario». Perché anche se «l’ospedale unico sarà pronto tra 8 anni» il processo «va accompagnato, non apre quando aprirà le porte la nuova struttura. Ci saranno tecniche, organizzazioni e processi che saranno completamente nuova e quindi devono essere rodati prima».
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