Tegamini: “Quando una persona si riavvicina alla lettura grazie a me, sono orgogliosa”
Ospite a Open Toast Francesca Crescentini, traduttrice, blogger e influencer. Il suo blog, Tegamini, è stato premiato come miglior sito letterario ai Macchianera Awards
«C’è chi, per paura dei giudizi delle persone, si fa chiamare content creator. A me, invece, il termine influencer non dà fastidio. È un mestiere; c’è chi lo fa con dignità, e chi no». Francesca Crescentini – in arte Tegamini – è stata ospite martedì 4 dicembre del locale De Gustibus di Gallarate in occasione di Open Toast, la serie di talk organizzati da Hagam per far conoscere alcune realtà della comunicazione digitale.
Uscita dalla Bocconi con un master in Economics for Arts, Culture, Media and Entertainment, e dopo un’esperienza a New York in un’agenzia di pubbliche relazioni, torna in Italia per lavorare nel mondo dell’editoria, che dopo un po’ di tempo lascia: «In quel mondo è richiesta un’alta dose di creatività, con ritmi di lavoro molto stancanti. Infatti c’è un ricambio molto rapido». Tutto ciò mentre aveva cominciato a lavorare anche da traduttrice, di sera e nei weekend. Nel 2010 apre un blog, Tegamini, che negli anni diventerà il suo impegno principale, pur continuando a lavorare come traduttrice dall’inglese all’italiano.
«In realtà è stato tutto abbastanza casuale», spiega Francesca, raccontando come è nato il blog. «Non mi sono mai messa al tavolo dicendo: “Farò questo e quest’altro”. Sono sempre stata una grande lettrice, mi piaceva l’idea di raccontare i libri che leggevo e consigliare quelli che mi avevano rapito. Ma non ho mai scritto solo di libri. È nato come diario, come un insieme di contenuti che piacevano a me. Le persone hanno cominciato a seguirmi. in particolare per il mio modo originale di raccontare le cose».
Da parte sua, e del suo pubblico, Francesca non scorge una crisi della lettura, che invece è confermata dai dati: il 60% delle persone tra i 15 e i 64 anni dichiara di aver letto solo un libro nel 2018; il 27% dei laureati e il 40% di imprenditori e manager dichiara invece di non aver letto alcun libro nei 12 mesi. «Io in realtà – afferma – non lo percepisco molto: a me scrivono tantissime persone molto interessate ai miei contenuti, alle mie recensioni. A volte, ed è tra le cose più belle che mi capita di leggere, alcuni mi dicono di essersi riappassionati alla lettura dopo che ho consigliato loro un bel libro. Ma – precisa – come ho detto non mi occupo solo di libri. Le persone sono interessate alle tante cose che tratto, e sanno che da me possono avere spunti letterari. Sui social si può fare: sono un luogo per intrattenersi e informarsi. Di letteratura c’è stato poco finora, è vero, ma è uno spazio che, io e anche miei colleghi, stiamo pian piano occupando; uno spazio dove si possono convogliare contenuti che parlano di libri e cultura».
Un modo, questo, anche per scacciare l’idea dei social come medium interamente dedicato ai contenuti superflui. Sono un canale totalmente diverso da quanto esistito finora, che bisogna saper utilizzare: «Ognuno ha le sue caratteristiche. Io, per esempio, non ho un canale Youtube; non penso di essere adatta, non riuscirei a comunicare efficacemente. Instagram è unicamente per le fotografie, e bisogna adattarsi di conseguenza. Ognuno ha i suoi ritmi, ovvero il numero di contenuti che bisogna pubblicare per mantenere il profilo attivo». E per chi utilizza i social per convogliare contenuti sponsorizzati – come Tegamini – è fondamentale.
Tegamini si definisce una «lettrice rapida», e consiglia vivamente gli audiolibri: «Riesco a riempire tantissimi spazi morti. In macchina, in treno, mentre faccio i lavori di casa: in questo modo ho ascoltato tantissimi libri». E dà qualche consiglio a chi, come lei, vorrebbe scrivere: «È un’attività lunga che dà poche garanzie. Significa buttarsi nell’ignoto, perché non sappiamo come andrà e se porterà a qualcosa. Ma già mettersi sulla scrivania a scrivere, con grande fiducia in se stessi, è un grande passo. L’importante è trovare un equilibrio nel tempo da dedicarvi, senza però trascurare le priorità».
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