L’Azienda Servizi di Samarate è in liquidazione, ma costa 23mila euro l’anno
Cedute le farmacie e i servizi cimiteriali, passato l'acquedotto ad Alfa, da due anni l'azienda è di fatto inattiva. La civica Samarate Città Viva pone il problema
«Come si può andare avanti con una società senza servizi e senza personale?». La domanda la pone la civica (d’opposizione) Samarate Città Viva e al centro c’è la – ormai svuotata – Azienda Servizi Comunali srl.
Azienda «che ha come socio unico il Comune stesso» e che è in liquidazione dal 30 dicembre 2014. Ora, non è che l’azienda è ferma e inutile da così tanti anni, il processo di svuotamento è stato progressivo, man mano che i servizi venivano ceduti.
«Durante la legislazione dell’ex Sindaco Tarantino, per fare cassa la ASC Samarate aveva venduto i “gioielli di famiglia” che avevamo, cioè le farmacie comunali, uniche a portare un utile netto per il nostro Comune. Vendute, ricordiamolo, per un beneficio immediato, ma senza tenere in conto cosa sarebbe successo nel lungo periodo. Il passaggio del servizio idrico -quello più oneroso e complicato- è stato in effetti abbastanza lungo (e non indolore), ma dal 1 gennaio 2018 questo servizio è gestito dalla società Alfa a Gallarate», il gestore unico per la bassa provincia.
«Rimanevano quindi poche incombenze per la società samaratese prima di essere liquidata: i servizi cimiteriali, a loro volta appaltati all’esterno e la vendita di un immobile (quello in via Macchi a Samarate), che ancora non è stata compiuta, nonostante l’ennesimo ribasso».
Ed è a questo punto che SCV critica l’amministrazione per i tempi considerati troppo lunghi e per i relativi oneri. «Questo comune -con i soldi presi dal portafoglio dei cittadini di Samarate- continua a pagare 23.000 euro all’anno lordi il liquidatore». La critica non è solo per l’esborso in sé ma anche perché la scelta era a suo tempo ricaduta sul commercialista Ugo Gaspari, «che è stato candidato sindaco per la Lega Nord a Gallarate nel 2011» (a dire il vero fu il primo candidato della strana campagna di quell’anno, poi sostituito da Stefano Gualandris, a sua volta scalzato da Giovanna Bianchi). Ovviamente la scelta è legittima, ma offre il fianco ad Scv per criticare la presunta lentezza nella liquidazione della società.
«Come si può compensare in modo così alto un commercialista per la liquidazione di una azienda che è ormai senza personale e senza servizi?». Per questo la civica di minoranza “sfida” in qualche modo il sindaco Enrico Puricelli: «Batti un colpo e taglia subito questo assurdo compenso!».
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