I volontari e i Comuni vengono in aiuto dei senzatetto di Malpensa
La Polizia Locale dell’Unione dei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno, in collaborazione con la PROCIV e la Croce Rossa italiana si occupa degli ultimi senza fissa dimora dimora rimasti al Terminal 1 dell'aeroporto
Sono senza casa, la loro casa è l’aeroporto. Ora – in tempi di Coronavirus – è una casa un po’ più vuota, con lo scalo ormai deserto. E così la Polizia Locale dell’Unione dei comuni di Lonate Pozzolo e Ferno, in collaborazione con il Gruppo di Protezione Civile Intercomunale, su richiesta della Croce Rossa Italiana, si è attivata per portare i pasti anche ai due senza fissa dimora rimasti nello scalo.
Infatti più volte alla settimana, personale della Protezione Civile si reca presso il centro cottura della Caritas di Tradate per prelevare i pasti da portare ai due senza tetto. Una delle quali è Ton Cesarina, “l’Emilietta”, che da anni si è sistemata al piano arrivi dell’aeroporto.
L’epidemia di coronavirus che ha costretto a chiudere il Terminal1 di Malpensa, ha causato grossi disagi ai due senzatetto, lasciandoli anche nell’impossibilità di procurarsi dei pasti adeguati, anche se a loro non manca comunque l’affetto di qualche dipendente aeroportule, sempre pronto a dar loro una mano, per le piccole esigenze quotidiane.
La Croce Rossa ha chiesto la collaborazione del Comune di Ferno, competente per territorio sul Terminal 1, il quale ha risposto immediatamente riuscendo ad allestire un servizio per la consegna dei pasti.
«In questa situazione – commentano il Comandante della P.L. Emanuele Mattei e l’Assessore alla Sicurezza dell’Unione dei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno Filippo Gesualdi – è necessario assistere tutti, soprattutto le persone più in difficoltà. Quindi la nostra disponibilità à massima, come d’altronde avviene nei confronti di tutti i cittadini che si trovano in difficoltà».
Intanto l’Amministrazione fernese, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, sta cercando soluzioni alternative alla situazione pur in un momento di particolare crisi dal punto di vista sanitario. Al momento, comunque, i due senza tetto, non destano preoccupazioni dal punto di vista sanitario (anzi: l’Emilietta confessava qualche settimana fa che si dorme più tranquilli, la sera, con meno rumore).
La maggior parte dei senza fissa dimora hanno lasciato Malpensa nelle settimane passate, per lo più diretti a Milano, dove esistevano già maggiori strutture di assistenza stabili, come dormitori notturni o mense per i poveri. Ma anche il territorio dell’aeroporto non si è dimenticato di loro.
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