Il primo 25 aprile di Colombo: “Nonostante l’isolamento, la ricorrenza è sempre viva ed emozionale”
Il sindaco ha ricordato i valori della giornata, senza il tradizionale corteo: "Celebriamo la vittoria dell'italianità e del riscatto ai nostri occhi e a quelli del mondo intero"
«Mai, come in questo straordinario periodo di emergenza pandemica, si può capire il valore dell’unità e del rispetto sociale». Un 25 aprile insolito, anomalo, inimmaginabile fino a due o tre mesi fa. Ma «non per questo privo di quel sentimento emozionale» che lo ha sempre contraddistinto in questi 75 anni. Maurizio Colombo ha festeggiato il suo primo 25 aprile da sindaco di Cardano al Campo; una giornata della Liberazione che sarà ricordata a lungo in tutta Italia per la mancanza di cortei, messe, e discorsi pubblici, vietati dalle ordinanze per contenere il contagio da Covid-19.
«Oggi ricordiamo oggi la solennità civile del 25 aprile in un’insolità modalità che la pandemia di coronavirus ci ha obbligato a seguire» ha dichiarato Colombo in un discorso rivolto a tutti i cardanesi pronunciato dal suo ufficio, al secondo piano del Municipio di piazza Mazzini. «Dopo 75 anni di celebrazioni che rispettavano un cerimoniale consolidato – la Santa Messa, il corteo, la banda e i pubblici discorsi – ricordiamo questa ricorrenza in un modo sobrio e anomalo, ma non per questo privo di quel sentimento emozionale, di ricordo di quei momenti drammatici. Oggi celebriamo la vittoria dell’italianità, l’idea di riscatto agli occhi di noi stessi e del mondo, in questi tempi durissimi messi alla prova come mai avremmo immaginato chiamati a misurarci con la più dura realtà della nostra esistenza. Abbiamo il dovere di trasmettere lo stesso messaggio di speranza, unità, coordinamento e lotta: il lascito di quella gioventù italiana che ebbe il coraggio di unirsi per un obiettivo più grande di quello che stiamo vivendo oggi».
«Oggi – ha continuato – sono tanti, e profondi, e intimi i sentimenti che legano ognuno di noi a questa celebrazione, e ci vedono uniti all’esaltazione di questa giornata. L’unità d’intenti che si creò quel giorno di 75 anni fa, fra le forze in campo, non si deve in alcun modo spezzare, né oggi né mai. I giovani che rappresentano il nostro futuro e quello dell’intera umanità devono avere ben presente il senso della libertà e della democrazia conquistata a così caro prezzo. Li vediamo uniti a manifestare a tutti livelli e in tutto il mondo contro regimi e stati di ordinaria oppressione. Mai, come in questo straordinario periodo di emergenza pandemica, si può capire il valore dell’unità e del rispetto sociale. L’auspicio è che tutte le generazioni future trovino la forza di affrontare le sfide inimmaginabili a cui verranno chiamate, senza smettere mai di abbandonare l’abbraccio al nostro tricolore. Viva l’Italia, viva il popolo italiano».
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