27 maggio 1910: il balzo del Caproni e il primo volo a Malpensa
Il primo velivolo Caproni venne assemblato direttamente nella brughiera: una fragile macchina diede il via alla vocazione aeronautica della zona
Era il 27 maggio 1910: quel giorno la brughiera intorno a cascina Malpensa vide il primo volo di un aereo, il fragile Ca.1 progettato dall’ingegner Gianni Caproni. Era il primo “balzo” da cui partì la vocazione aeronautica della zona.
L’ingegnere trentino Caproni realizzò il suo sogno di far volare una macchina volante: scelse la zona di cascina Malpensa perché era una vasta pianura non coltivata e coperta di soffice brugo, la piantina che dà il nome alla brughiera.
Ma Caproni, trentino, scelse di venire a Malpensa anche perché voleva far volare il primo aereo sul territorio italiano e non su territorio austriaco, qual era allora il Trentino: la famiglia di Caproni infatti era irredentista, parteggiava cioè per l’annessione del Trentino e del Friuli Venezia Giulia all’Italia.
Il Caproni Ca.1 e il primo volo alla Malpensa
Costruito a Trento (quindi in territorio dell’Austria-Ungheria), il velivolo venne trasferito nella zona di Malpensa a inizio aprile, giungendo per ferrovia fino a Gallarate.
Caproni si era già stabilito con gli operai di Arco Ernesto “Ernestin” Gaias ed Ernesto “Erneston” Contrini direttamente in brughiera, in un primo, rudimentale hangar che fungeva anche da alloggio: qui rimontarono le parti del Ca.1 e aggiunsero il propulsore, da 25 cavalli vapore, costruito dalla neonata azienda Miller di Torino.
Il Ca.1 non fu molto fortunato: volò solo il 27 maggio 1910, perché all’atterraggio si schiantò violentemente, ma senza conseguenze per il pilota, l’autista trentino Ugo Tabacchi.
Lo stesso Tabacchi effettuò poi anche il secondo volo, quello del 12 agosto 1910, a bordo del Ca.2, il secondo velivolo Caproni che si differenziava in realtà assai poco dal Ca.1. Questa volta il volo più fortunato, Tabacchi riuscì a manovrare, fiancheggiò anche il celebre ciglione della Malpensa, il ripido pendio che allora era terreno d’addestramento della cavalleria (e molti anni dopo sarebbe diventato anche palcoscenico del motocross).
I tempi erano pioneristici e avventurosi, un po’ da tutti i punti di vista: per esempio il 23 luglio una tromba d’aria aveva colpito la piana della Malpensa e aveva danneggiato hangar e resti del Ca.1 (destinati al reimpiego nel Ca.2).
Caproni stesso era un po’ un romantico eroe solitario: nonostante l’interesse dei militari per la nascente aviazione, finì anche sloggiato temporaneamente dalla Malpensa, terreno di manovre militari e – nel frattempo – anche sede del primo reparto aereo, poi impiegato nella guerra di Libia (dove ci fu il primo bombardamento aereo della storia).
Le Officine Caproni da Malpensa a Taliedo
Nel corso della Prima Guerra Mondiale la Caproni divenne la maggiore fornitrice di grandi bombardieri, come il Ca.36 o l’impressionante triplano Ca.40, tra i primi capaci di portate mille chilogrammi di bombe.
Nel corso del conflitto il principale polo produttivo della Caproni si trasferì dalla Malpensa a Taliedo, nelle campagne vicino alla periferia industriale Sud-Est di Milano, che – al pari di Malpensa – divenne in quegli anni un piccolo distretto aeronautico, con diverse imprese, artigiani specializzati e ardimentosi progettisti, come ad esempio Giuseppe Gabardini.
Le officine Caproni di Vizzola Ticino-Malpensa, oggi Museo VolandiaLe Officine Caproni e la storia di Malpensa
Lo stabilimento della Caproni Vizzola continuò comunque ad essere ampliato e potenziato e rimase in servizio fino a ridosso degli anni Duemila, acquisito da Finmeccanica. Le officine per anni ospitarono anche gli aerei del periodo pioneristico di Caproni, poi trasferiti al museo di Trento.
Gli aerei Caproni allineati nello stabilimento di Vizzola, 1973, foto wikipediaNelle ex officine Caproni si è poi installato dal 2010 il museo di Volandia. Della collezione fanno parte anche un Ca.1 originale e un Caproni Ca.18, nato nel 1912 e impiegato come ricognitore nelle prime fasi della Grande Guerra.
Ma Volandia ha visto anche un evento speciale legato al primo volo alla Malpensa: nel 2010 proprio sulla “pista” in erba di fronte agli hangar una replica del Ca.1 (nella foto di apertura dell’articolo) fece un “balzo” per ricordare quel primo, incerto decollo.
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Caproni e il primo volo alla Malpensa – il video
Il pioneristico volo di Gianni Caproni è stato raccontato nel 2020 da Massimo Palazzi, allora assessore alla cultura di Gallarate, con un video che fa parte di quella serie di contributi che Palazzi ha pubblicato a partire da marzo di quell’anno, in periodo di lockdown.
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