Come si riorganizza l’Albania nella nuova fase
Il paese dell'aquila a due teste sta
È la vigilia del fatidico 15 giugno, il giorno in cui gran parte dell’Europa riaprirà i confini e il turismo internazionale. I paesi si stanno riorganizzando seguendo le linee guida – abbastanza lasche – dell’Unione Europea, che consente margini di manovra ai singoli Stati. Ma c’è un paese fuori dall’Unione che interessa molto i residenti in Italia e nel Varesotto. È l’Albania, da decenni in strettissimo rapporto con il nostro paese.
L’11 giugno il governo di Edi Rama ha prolungato lo stato di calamità naturale fino al 23 giugno, così come il blocco dei collegamenti aerei e marittimi da e per l’Italia. A partire dal 1 giugno sono state riaperte le frontiere terrestri; l’ingresso e l’uscita dal paese via terra è permesso agli stranieri senza più obbligo di auto isolamento. Per quanto riguarda i collegamenti marittimi, la decisione ufficiale sarà presa il 15 giugno, ma il direttore nazionale dell’autorità marittima Pavlin Ndreu ha detto che i traghetti di persone e merci potrebbero tornare a navigare verso l’Italia dal 1 luglio, e comunque «entro e non oltre il 3 luglio. I porti albanesi – ha dichiarato Ndreu – sono pronti e hanno a disposizione il protocollo di sicurezza stabilito a livello internazionale, preparato e approvato dalle istituzioni competenti. La capienza, in ogni caso, sarà ridotta del 70%».
La situazione nel paese delle due aquile tuttavia non è semplicissima. Il 9 giugno sono stati registrati 36 casi di positivi al Covid-19 – 27 dei quali a Tirana – e l’11 giugno i nuovi contagi erano 44, le cifre più alte dallo scoppio della pandemia. Questi numeri – soprattutto quelli relativi ai ricoverati in ospedale: 52 per malattie infettive e 8 in terapia intensiva – hanno costretto il premier Rama a mettere in guardia la popolazione, paventando la possibilità di tornare in quarantena. «L’economia cade e si rialza, i morti non tornano. Da tre giorni abbiamo più ricoveri che in piena emergenza. So quanto hanno sofferto tutti e quanta solidarietà senza eguali ci è voluto per uscire vincitori e non voglio pensare alla quarantena. Ma se continuiamo così e non cambiamo il comportamento già da oggi e il numero dei ricoveri aumenterà, purtroppo non ci sarà nulla da fare e dovremo tornare indietro dall’inizio».
Qualche mese fa era girato tantissimo sui social network un video proprio di Edi Rama, al momento della consegna di materiali sanitari destinati a Bergamo. «Non abbandoniamo gli amici in difficoltà» aveva dichiarato.
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