Al bocciodromo di Taino il popolo delle bocce assiste alla prima delle prime
Sabato 25 luglio è stata una giornata storica per le bocce: al bocciodromo semiaperto di Taino si sono disputate le finali della seconda targa Nicoletta Bolzani interrotta a febbraio per il Covid
Sabato 25 luglio è stata una giornata storica per le bocce: al bocciodromo semiaperto di Taino si sono disputate le fasi finali della seconda targa Nicoletta Bolzani, gara provinciale a coppie iniziata il 10 febbraio e interrotta brutalmente dalla chiusura imposta dall’epidemia da Covid 19. Perché è e sarà una data storica? Per la semplice ragione che si tratta della prima competizione che arriva alla conclusione dopo quasi cinque mesi di assenza assoluta di gare. La prima delle prime, senza pretendere di scomodare la lirica, con la prima delle prime del Teatro alla Scala del novembre dello scorso anno, nel ridotto Arturo Toscanini con la rappresentazione della Tosca di Puccini, si tiene a Taino alla presenza di un pubblico decisamente importante, con la presenza nelle fasi finali di atleti altrettanto importanti, con la presenza del presidente del Comitato di Varese Guido Bianchi e del vice Enrico Piotti, del direttore di gara Fabio Zosi e di molti dei consiglieri e dei collaboratori del medesimo comitato, senza dimenticare il presidente Basso Verbano e i parenti di Nicoletta, commossi sponsor della manifestazione.
Qualcuno, ben addentro delle segrete cose che trapelano dal mondo della federazione, si domanda come mai venga disputata una competizione a coppie quando il medesimo massimo organismo sportivo aveva emanato una norma che disponeva la disputa delle sole competizioni a carattere individuale. Ma se per una norma non venissero poi ammesse deroghe, che norma sarebbe? In questo caso la deroga è sacrosanta, trattandosi di una gara spezzata a metà con tutte le confusioni che sarebbero state generate qualora non si fosse pervenuto ad alcuna conclusione.
Così, mutato il punteggio al quale si deve pervenire per vincere un incontro, passato dai fatidici 12 punti agli attuali 10 punti, si svolge il pomeriggio/serata conclusivo, senza interruzione, con un crescendo d’interesse e di passione.
Le semifinali vedono Campisi/Chiappella di Possaccio prevalere sui locali Albini/Colombo e Fiorato/Varè della Cadoraghese su Toruani/Tosi sempre di Possaccio: quindi scontro finale fra una società piemontese e una comasca.
La finale, seppure combattuta con giocate di alta scuola, appare indirizzata in direzione unica. Possaccio si trova ad un certo punto in vantaggio per 7-2, ma qui si registra uno dei momenti decisivi della partita. Cadorago si trova, pallino al fondo, punto per terra, bocce avversarie distanti almeno un metro, con tre bocce in mano.
Il pubblico preconizza quattro punti per i comaschi, vista la qualità delle precedenti accostate. Ma evidentemente a Fiorato e Varè sembrava una scortesia approfittare di una giocata fortunata dove a loro era “girato” tutto bene, quindi solo una delle tre bocce entrano a punto: 7-4. Mano successiva, punto Possaccio, 8-4. Qui si verifica il secondo momento cardine dell’incontro. Pallino sempre a fondo campo e punto Cadorago, ma con due bocce Possaccio vicinissime, ultima boccia in mano Cadorago, che pervasa da un ulteriore attacco di generosità, decide di giocarla, pur in presenza di un coefficiente di difficoltà altissimo e di un altrettanto enorme rischio di fare disastri.
La boccia è giocata magistralmente, sale verso l’asse, aggira, come fosse guidata, le bocce più arretrate, si avvicina sorniona al boccino per fare il secondo punto, ma lo tocca e questo, beffardo, si piazza vicino ad una delle bocce avversarie. Dal possibile risultato di 8-5 al terribile 9-4 e incontro praticamente finito, per lo scoramento e la delusione di aver regalato, non per sfortuna, bensì per un’errata valutazione, il successo agli avversari.
Così si conclude la prima delle prime, in una serata climaticamente deliziosa, colma di cordialità e del piacere di ritrovare un amico mai perduto, solo temporaneamente disperso: lo sport delle bocce.
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