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Dominicani respinti a Malpensa, una segnalazione al garante e ai Ministeri

I diciannove cittadini dominicani, da anni soggiornanti in Italia, erano stati rimandati a Santo Domingo il 20 luglio. Asgi e Arci: "Respingimento senza alcun intervento di un giudice"

Generico 2018

Respinti nonostante fossero da anni residenti in Italia da anni, con famiglie, affetti, posto di lavoro: è il caso dei cittadini dominicani che lo scorso luglio sono stati rispediti in Repubblica Dominicana, per effetto del decreto del Ministero della Salute. Ora due associazioni – Asgi e Arci – chiedono conto al governo di quella scelta e chiedono se non ci siano state violazioni dei diritti.

I diciannove erano arrivati il 20 luglio 2020 all’aeroporto di Milano Malpensa a bordo (si scoprì quasi subito) di un volo organizzato dal Ministero degli Affari Esteri, sono stati fermati all’arrivo nella zona di transito e, a seguito di notifica di provvedimenti di respingimento immediato, sono stati imbarcati su un volo che li ha riportati nelle Repubblica Dominicana.

Secondo quanto riferito dalle testimonianze raccolte da Mercedes Frias che ha poi contattato le due associazioni, i passeggeri provenienti da Santo Domingo sono stati suddivisi in gruppi a seconda della nazionalità; ai passeggeri aventi la cittadinanza italiana è stato immediatamente consentito l’ingresso in Italia, mentre gli altri sono stati fatti attendere nell’area partenze dell’aeroporto.
Il giorno 21 luglio, le autorità di frontiera hanno consentito ai passeggeri familiari di cittadini italiani di lasciare l’aeroporto mentre le 27 persone rimaste, aventi la cittadinanza dominicana ma residenti in Italia, sono stati trattenuti de facto in aeroporto in attesa del primo volo utile per il rinvio eseguito il successivo 23 luglio. “Nonostante le richieste avanzate anche dagli interessati non è stato effettuato nessun tipo di accertamento sanitario.”, sottolineano l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e l’Arci, che hanno preso a cuore il caso.

“Secondo quanto riportato nei provvedimenti di respingimento notificati alle persone interessate, quanto accaduto ha avuto seguito in base a quanto disposto dall’Ordinanza del Ministero della Salute del 16 luglio 2020 (preceduta da un’ordinanza analoga del 9 luglio e successivamente trasposta nel DPCM 7 agosto 2020) che, all’art. 1, dispone un divieto di ingresso nel territorio dello Stato nei confronti di coloro che, nei quattordici giorni precedenti abbiano soggiornato e transitato in uno dei sedici Paesi compresi nella lista di cui al comma 1 del medesimo articolo, tra i quali la Repubblica Dominicana; secondo la medesima ordinanza, tale divieto di ingresso non vale per i cittadini dell’Unione europea e i loro familiari residenti in Italia prima del 9 luglio. Nessuna eccezione è invece prevista per i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti e residenti in Italia”.

Arci e Asgi hanno inviato una segnalazione al garante nazionale per le persone private della libertà: secondo le associazioni “ai dubbi circa la legittimità delle disposizioni sopra citate, si aggiunge la preoccupazione per le condizioni materiali cui sono state soggette le persone coinvolte dal respingimento alla frontiera aeroportuale di Milano Malpensa“.

Costrette inizialmente a dormire sulle sedie della sala di attesa posta nell’area partenze dell’aeroporto, senza alcuna informazione da parte delle autorità competenti se non relativamente alla necessità di attendere il primo volo utile per il rinvio in Repubblica Dominicana, dopo un giorno sono state condotte presso gli appositi locali di attesa, sistemate su brandine da campo, in condizioni di promiscuità tra uomini, donne e minori, senza alcuna possibilità di uscire e sotto stretta sorveglianza da parte delle autorità di frontiera.

Ancora una volta – sottolineano le associaizoni – il trattenimento de facto e il successivo respingimento sono avvenuti senza l’intervento di un Giudice, a seguito di notifica di un provvedimento da parte delle autorità di frontiera.

“Queste segnalazioni mettono in luce alcune insopportabili conseguenze della più recente normativa emergenziale in vigore, in particolare quella che incide sui diritti dei titolari di regolare permesso di soggiorno ovvero di altro titolo di ingresso ma attualmente nei loro Paesi d’origine” affermano ASGI e ARCI nella lettera inviata ai ministeri degli Esteri e dell’Interno in cui hanno richiesto con urgenza che vengano attivate le necessarie garanzie che dovrebbero essere poste in essere nei confronti di tutti i cittadini stranieri che hanno residenza e dimora abituale in Italia, anche al fine di evitare il ripetersi di analoghe circostanze.

Pubblicato il 25 Agosto 2020
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