‘Ndrangheta, due agenti della Polizia Locale indagati. Favorivano il clan
Nella nuova tranche dell'inchiesta sulla 'ndrangheta a Lonate Pozzolo e Legnano spuntano anche i nomi dell'ex-capo della Polizia Locale di Lonate e Ferno e di un commissario. Avvisavano Cataldo Casoppero dei controlli
![POlizia Locale](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2015/12/polizia-locale-501429.610x431.jpg)
La ‘ndrangheta lonatese aveva assoggettato anche un pezzo della Polizia Locale dell‘Unione dei Comuni di Ferno e Lonate Pozzolo. In particolare sono due gli agenti indagati, l’ex-capo dei Vigili, Roberto Filadoro, e il commissario Enzo Ermeti che, regolarmente, informavano i membri del clan di eventuali controlli da parte della Polizia Locale stessa, in seguito alla denuncia anonima di abusi edilizi. Per questo motivo i due sono stati iscritti nel registro degli indagati per rivelazione di segreti d’ufficio.
Roberto Filadoro, in particolare, mostrava una certa reverenza nei confronti di Cataldo Casoppero: «Signor Casoppero le devo parlare. Mi dispiace se la disturbo di domenica». Così parlava il comandante facente funzioni della Polizia Locale con uno degli esponenti di spicco del clan legato ai Farao-Marincola di Cirò Marina, da anni volti noti per tutte le forze dell’ordine in quanto già finiti in numerose inchieste sull’organizzazione mafiosa.
Le telefonate e gli incontri tra Filodoro, Ermeti e Casoppero padre e figlio si intensificano nel momento in cui arriva in Comune a Lonate la denuncia anonima di un cittadino che segnala abusi edilizi e lavoratori in nero nel cantiere della villa di Antonio Casoppero. Filodoro chiama Cataldo Casoppero di domenica mattina chiedendo di incontrarlo per mostrargli una cosa, la denuncia e i successivi probabili controlli che verranno effettuati nel cantiere.
Filodoro segue, poi, tutta la vicenda con l’aiuto di Enzo Ermeti e addirittura suggerisce una strategia ai Casoppero per limitare i danni derivanti da un abuso edilizio. In effetti Casoppero fa di tutto per ritardare i controlli (non facendosi trovare in casa quando gli agenti sono andati a bussare alla porta, ndr) e autodenunciare l’abuso in modo da poterlo sanare senza ulteriori conseguenze.
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