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Abbattuta la ciminiera dell’ex Itala a Somma. “Comunicato solo ora”

Il manufatto, simbolo dell'industria novecentesca, doveva essere valorizzato nel quadro del progetto sull'area di Somma Bassa. E invece oggi è ridotta a un moncone

Ciminiera ex Itala via Villoresi Somma Lombardo

La ciminiera della Itala, luogo di memorie della zona bassa di Somma, non c’è più. Scomparsa forse quest’estate, anche se l’abbattimento solo ora accende il dibattito intorno all’area, da anni in attesa di un recupero completo.

«Era un simbolo della mitica Itala dove lavorava mio nonno e mia mamma, un ricordo della Somma produttiva e attiva» sintetizza un commentatore sui social, attingendo anche alla memoria famgliare. Le ciminiere sono ovunque simbolo del patrimonio industriale stratificato: spesso valorizzato, a volte cancellato. E in ogni realtà in cui una ciminiera scompare, la cosa crea dibattito.

«L’abbiamo scoperto anche noi dalle foto pubblicate, abbiamo appena iniziato gli approfondimenti» dice l’assessore all’urbanistica Francesco Calò.

Quando sia successo esattamente non si sa, c’è chi dice – appunto – nel cuore dell’estate. Sta di fatto che oggi la struttura simbolo verticale dell’industria novecentesca – non c’è più. Comunque: la ciminiera è andata, ridotta a moncone. E ora anche dal municipio, a seguito delle segnalazioni e della polemica già accesasi sul caso, sono partite richieste di chiarimenti alla società che opera sull’area, la Devero Costruzioni di Vimercate.

E pensare chefin dall’inizio – nel quadro dell’intervento sull’area tra via Villoresi, via Trieste e via Piave – veniva considerata “memoria storica e pregevole manufatto” e che nella brochure del costruttore ancora online viene proposta come elemento del giardino-parco “una vasca d’acqua che circonda la ciminiera persistente”.

Ciminiera ex Itala via Villoresi Somma Lombardo
Il progetto complessivo nella brochure mostra ancora, in alto a destra della corte-piazza, la vasca d’acqua con l’ombra della ciminiera

«Vedo e leggo tante cose nei commenti sui social, di chi già pensa di sapere tutto, ma le carte dicono il contrario» dice l’assessore Calò. In che senso? Andiamo con ordine: «La ciminiera nella convenzione iniziale e anche in quella successiva – che però è scaduta – doveva rimanere. Nel frattempo la società Devero ha fatto un interpello alle Belle Arti e queste hanno risposto che non c’è vincolo. Successivamente la società ha comunicato  “gravi pericoli strutturali” alla ciminiera oggi in sede di cantiere e la necessità di abbattere per motivi di sicurezza di cantiere. Questa è la risposta che ci hanno dato ieri».

Ciminiera ex Itala via Villoresi Somma Lombardo

Insomma: l’operazione sarebbe avvenuta all’insaputa dell’amministrazione comunale. Calò usa molta prudenza, per ora: «Gli uffici stanno facendo tutte le analisi del caso» premette. Ma poi dice anche: «Ci sono dei passaggi non adempiuti da parte della società». Quali? «Per abbattere la ciminiera era necessario il permesso. E se c’erano gravi problemi nel cantiere dovevano essere comunicati per tempo. Anche a noi dispiace che la ciminiera sia stata abbattuta, di sicuro Devero non aveva mai nascosto la sua intenzione di ridurla».

Ora che la questione è venuta alla luce, la miccia della polemica è accesa e non è certo un caso isolato (molta è stata l’attenzione rivolta ad esempio a Gallarate sulla scomparsa di alcune delle ultime ciminiere, persino con promesse di ricostruirne una).  «È una situazione delicata, poi se vogliono sparare su di noi…» dice Calò.  

Ciminiera ex Itala via Villoresi Somma Lombardo
Lo stato del cantiere: i fabbricati completati e in costruzione sono quelli su via Angelo Moratti

Di certo anche il cantiere non è un cantiere qualsiasi: avviato tre lustri fa, il progetto prevedeva di fare dell’area ex Itala il nuovo centro di quel quartiere – un po’ senza riferimenti – che è Somma Bassa.
Nel tempo poi il progetto fu cambiato, ridimensionato il ruolo pubblico, deviato su altra zona l’intervento a scomputo di oneri: i soldi l’operatore li ha messi infatti nel progetto di rifacimento del Largo Sant’Agnese, con la creazione della (discussa) fontana che ha ridisegnato quell’area che un tempo era conosciuta come “la gugia”, l’ago, per la particolare forma della confluenza stradale.
«Non dobbiamo far abbandonare alla società il cantiere, una questione aperta da più di dodici anni» dice l’assessore Calò. Nel frattempo la ciminiera però è andata giù e potrebbe essere una nuova grana.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 21 Ottobre 2020
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