La supersocietà Amga-Agesp-Accam fa slittare il consiglio comunale di Busto Arsizio
I gruppi di minoranza hanno chiesto lo spostamento del consiglio comunale per approfondire il piano industriale per il salvataggio di Accam presentato nell'ultima assemblea dei soci
Slitta il consiglio comunale di Busto Arsizio dal 29 ottobre al 5 novembre. Una settimana esatta di tempo per la maggioranza per discutere di Agesp. La società partecipata del Comune di Busto Arsizio, infatti, è al centro delle attenzioni di Accam e di Amga che la vorrebbero perno di un’operazione considerata l’unica via d’uscita dallo spettro del fallimento o del concordato per la società che gestisce l’inceneritore di Borsano.
A richiedere lo slittamento sono le minoranze con l’intento di approfondire quale strada intraprendere dopo l’uscita piuttosto scomposta della società partecipata legnanese Amga che nell’ultima assemblea degli azionisti (27 comuni a cavallo delle province di Milano e Varese) ha presentato e ottenuto il via libera al nuovo piano industriale che prevede l’allungamento della vita dell’inceneritore al 2032, l’acquisizione della società e del terreno da parte delle due partecipate per la creazione di una newco che si occuperebbe del ciclo integrato dei rifiuti dalla raccolta allo smaltimento in un’area urbana molto grande.
In quell’occasione il sindaco di Busto Arsizio non partecipò al voto ma la maggioranza votò a favore del piano. Anche Legnano, con il sindaco Lorenzo Radice appena eletto, decise di astenersi per approfondire meglio la questione. La stessa Agesp fu presa in contropiede dalla presentazione del piano industriale che prevedeva un suo coinvolgimento ma che non fu mai discussa in maniera articolata se non con una presentazione informale da parte di Amga in un incontro con sindaco e vertici della partecipata bustocca.
A chiedere una riflessione anche il presidente di Accam Angelo Bellora, con una lettera accorata indirizzata ai sindaci perchè si prendesse in considerazione questa ipotesi, sembra che Busto Arsizio possa ripensarci ed entrare nel vivo della discussione del piano industriale.
L’alternativa, come annunciato dal presidente di Accam, è il concordato preventivo o, addirittura, il fallimento con tutti i costi che comporterà per i comuni soci. Prima di liquidare l’ipotesi nel prossimo consiglio comunale (i comuni soci devono votare in consiglio comunale il nuovo piano, ndr) sarà meglio vederci chiaro per non trovarsi la patata bollente tra le mani.
In una nota congiunta le opposizioni (Pd, 5 Stelle, Busto al Centro, Gruppo Misto) esprimono le loro perplessità «nel ricevere – e non si tratta purtroppo della prima volta – scrivono – la convocazione per il giorno 28 ottobre delle commissioni 1-2-3 per la discussione di proposte di delibera che saranno oggetto del Consiglio comunale del giorno successivo, giovedì 29 ottobre».
Nello specifico, la delicatezza dei temi presenti nell’ordine del giorno delle commissioni convocate per mercoledì 28 ci impone una riflessione. In particolare, oltre all’analisi del DUP, che già da solo meriterebbe una sessione dedicata vista la mole, son presenti due proposte di delibera di giunta relative all’affidamento del ciclo integrato dei rifiuti ad Agesp con le connesse modifiche contrattuali. La predetta scelta costituisce un’assoluta novità nel panorama delle partecipate e ne modifica in
maniera importante gli assetti anche in relazione al tema di Accam, alle notizie emerse in relazione all’assemblea svoltasi recentemente e alle posizioni assunte dal Sindaco Antonelli di cui questo Consiglio ad oggi nulla sa. L’importanza e la delicatezza del tema rendono necessaria una discussione seria ed approfondita ed un’illustrazione chiara del panorama delle partecipate da parte dell’Amministrazione proponente in modo da poter mettere tutti i consiglieri in condizione di svolgere il proprio compito.
A nostro avviso l’esiguo lasso di tempo, meno di un giorno, tra le due convocazioni, commissione e Consiglio, rende detto approfondimento assolutamente impossibile. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, i gruppi consiliari ed i singoli consiglieri firmatari chiedono pertanto lo spostamento della data del prossimo Consiglio comunale, previsto il 29 c.m., di almeno una settimana in modo da poter svolgere i necessari approfondimenti a seguito delle informazioni ricevute in commissione.
In caso contrario riterremo violato il nostro diritto di svolgere i compiti propri dei consiglieri e valuteremo le azioni da intraprendere.
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