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Quale futuro per il Varesotto? Nella “mobilità avanzata” le nuove opportunità

Confartigianato Imprese Varese e The European House - Ambrosetti giovedì 4 novembre presentano lo studio "Un nuovo hub della mobilità avanzata: il driver dello sviluppo e della sostenibilità"

Nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria e con una pandemia in corso, parlare di futuro e di strategia di rilancio del territorio potrebbe sembrare un paradosso o quanto meno una forzatura. Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Imprese Varese, il problema se l’è posto, ma poi in lui ha prevalso la necessità di guardare oltre e provare a indicare una via per il futuro. Un atteggiamento che in genere gli imprenditori hanno di default, sempre così concentrati nell’individuare nuovi bisogni da soddisfare e con essi nuovi business.

Un ragionamento che l’associazione di via Milano ha iniziato a rimuginare ben prima del debutto in società del Coronavirus, coinvolgendo chi di mestiere è abituato a disegnare scenari economici, come The European House- Ambrosetti. Una collaborazione che si è concretizzata in uno studio (“Un nuovo hub della mobilità avanzata: il driver dello sviluppo e della sostenibilità”) che Confartigianato ha commissionato all’autorevole Think Tank oltre un anno fa e che verrà presentato il 4 novembre prossimo. Alcune anticipazioni interessanti sono state fornite alla stampa per inquadrare lo scenario di fondo in cui andrebbe a insediarsi sul territorio un hub della mobilità avanzata.

«La provincia di Varese sta subendo un rallentamento che è iniziato prima dell’impatto del Coronavirus – spiega Mauro Colombo -, perdendo ricchezza, capacità e potenzialità rispetto ad altri territori». L’indicatore che più di altri preoccupa gli artigiani è la forte riduzione (-4,6% ) da un anno all’altro del numero di imprese, ben al di sopra della media nazionale. «Tutti i soggetti che operano sul territorio – continua il direttore di Confartigianato – devono intervenire per adottare una soluzione che possa restituire competitività e futuro alla nostra provincia».
Un trend negativo confermato anche dalle previsioni sul calo del Pil che alla fine dell’anno per il Varesotto si stima intorno al 12,3%, contro il 10,3% a livello nazionale. Tradotto in euro questo significa una perdita secca di 3 miliardi: si passa infatti da un Pil pari a 23,7 miliardi nel 2019 a 20,7 miliardi nel 2020. Attese negative confermate dagli imprenditori che hanno partecipato alla survey realizzata da The European House – Ambrosetti. Quattro imprese su cinque prevedono risultati in calo a fine 2020, mentre un’impresa su due prevede al 2021 risultati inferiori al 2020 o ai valori pre-crisi. Una perdita che richiederà almeno 6 anni per ritornare ai livelli pre Covid, secondo Confartigianato, un tempo sufficiente per mettere in moto un cambiamento verso la mobilità avanzata.

Le ragioni che sostengono questa scelta sono due: da una parte il forte orientamento dell’Unione Europea per i temi legati alla sostenibilità e le relative politiche di incentivo e sostegno alle imprese, dall’altra la presenza di un cluster di aziende che in provincia opera già nel settore dell’automotive. «Lo studio ha proposto una visione strategica per il futuro – sottolinea Lorenzo Tavazzi, partner The European House – Ambrosetti -, cioè diventare un hub per la mobilità avanzata e valorizzare la qualità ambientale e le filiere industriali legate alla sostenibilità in una logica attrattiva e distintiva, affermandosi come una provincia di riferimento per le tecnologie verdi e la circular economy».

Il territorio di Varese può dunque candidarsi a diventare un elemento centrale di un progetto interregionale di mobilità avanzata che comprende le province di Milano, Monza Brianza, Como, Lecco, Novara e Verbania, area in cui sono dislocate 1.510 aziende del settore che danno lavoro a 83.364 persone. Secondo lo studio, il fatturato complessivo del cluster lombardo-piemontese è pari a 44 miliardi di euro di cui oltre 2 miliardi in attività dirette, cifra che può decuplicare nei prossimi 10 anni.

Varese è la seconda provincia per numero di imprese potenzialmente coinvolgibili e terza per fatturato e occupati. Un’azienda su due dichiara però di sentirsi ancora impreparata per affrontare questa nuova sfida. La transizione verso un nuovo paradigma produttivo è un passaggio complesso che va affrontato supportando le imprese, dando informazioni, facendo formazione e investimenti in marketing territoriale.

In una fase come questa in cui rispetto al futuro tutto sembra incerto è richiesto uno scarto culturale notevole che Lorenzo Tavazzi sintetizza con la parola «consapevolezza», affidando la sua conclusione a una frase del fisico Albert Einstein: «La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato».

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 29 Ottobre 2020
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