Easyjet toglie nove aerei dalle basi italiane, compresa Malpensa
La base di Milano vedrà la riduzione più limitata, solo un aereo in meno. Il country manager per l'Italia: "Senza una riduzione strutturale dei costi e supporto da parte delle istituzioni è impossibile ripartire"
Nove aerei in meno in tutta Italia, di cui uno a Malpensa: è il piano di Easyjet per ridurre le perdite in una fase quantomai complicata per l’aviazione a livello mondiale.
Il piano di riorganizzazione delle operazioni in Italia è stato anticipato dal management di Easyjet alle organizzazioni sindacali, ai dipendenti e ai principali partner e fornitori di servizi nel mercato italiano.
Dopo una timida ripresa estiva, la IATA – la International Air Transport Association, che riunisce oltre 250 compagnie – ha peggiorato le previsioni stimando per il 2020 un calo del traffico globale di circa il 70%. Per il 2021 l’associazione internazionale del trasporto aereo prevede che i ricavi delle aerolinee saranno inferiori di oltre il 50% rispetto a quanto previsto prima della crisi e ha confermato che bisognerà attendere il 2024 prima che il traffico aereo ritorni ai livelli del 2019.
E anche Easyjet si sta muovendo: con una serie di operazioni di “sale and lease back” (vendita di aerei e riaffitto, per ridurre i costi) e anche con la riduzione della flotta.
«Il settore del trasporto aereo – ha commentato Lorenzo Lagorio, Country Manager di EasyJet Italia – è senza dubbio uno dei maggiormente colpiti dalla pandemia. easyJet, entrata in questa crisi come una delle compagnie aeree europee più solide, ha messo in campo misure straordinarie non solo per salvaguardare la continuità aziendale ma anche e soprattutto per mettersi nelle condizioni di riprendere le attività in modo rapido e confermare la propria posizione di leadership nel mercato europeo non appena la crisi sarà superata. Per la prima volta nella nostra storia abbiamo chiuso un anno fiscale in perdita. Ma ora ottimizzare la capacità e ridurre i costi in modo strutturale sono azioni necessarie per assicurare la sostenibilità del business nel lungo termine».
Le previsioni di mercato e l’elevato grado di incertezza per i prossimi anni, rendono non più differibile un piano di riorganizzazione anche per il mercato italiano e che coinvolgerà l’operatività delle tre basi nazionali: Milano Malpensa, Venezia Marco Polo e Napoli Capodichino.
Nell’ottica di garantire la sostenibilità economica e finanziaria delle proprie operazioni nel mutato contesto di mercato, la compagnia sta dunque programmando di ridurre di 9 unità la propria flotta portando da 36 a 27 gli aeromobili basati in Italia. Nello specifico il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa, da 7 a 4 quelli basati all’aeroporto di Napoli e da 7 a 2 quelli basati presso lo scalo di Venezia. Questa valutazione è frutto di un’attenta analisi e rientra nel piano strategico che vede la compagnia focalizzata a ottimizzare il proprio network e garantire la profittabilità delle proprie basi in tutti i Paesi per far fronte alla continua ed incerta evoluzione del mercato.
La riduzione è notevole ed è evidente come potrà avere anche un contraccolpo sui posti di lavoro. Lo dice anche Lagorio: «Vorrei ringraziare tutti i 1500 dipendenti di Easyjet in Italia per l’impegno, la passione e il sacrificio mostrato in questi mesi così duri e garantire che saranno fatti tutti gli sforzi possibili, in collaborazione con le rappresentanze sindacali, con l’obiettivo di mitigare l’impatto di questa decisione sui livelli occupazionali e salvaguardare il maggior numero possibile di posti di lavoro»
La base di Malpensa è centrale per Easyjet anche perché nei dintorni dell’aeroporto ha il suo unico simulatore Airbus dell’Europa continentale«Abbiamo investito costantemente nel mercato italiano negli anni passati arrivando a trasportare oltre 20 milioni di passeggeri da e per gli aeroporti italiani nel 2019. Ora però dobbiamo in parte ridimensionare i nostri investimenti, anche per riflettere le aspettative sulla drastica e strutturale riduzione nella domanda. È una scelta difficile, ma necessaria per garantire la sostenibilità del business di easyJet nel lungo termine sul mercato italiano. Nonostante il quadro molto preoccupante che l’industria nel suo complesso si trova ad affrontare, voglio ribadire con forza l’impegno di Easyjet nei confronti del nostro paese che è, e rimane, uno dei principali mercati europei della compagnia e dove continueremo a essere uno dei principali operatori, leader nei collegamenti nazionali e internazionali».
Come già anche i gestori aeroportuali, anche Easyjet chiede un intervento governativo a sostegno dell’intero comparto oggi in ginocchio (negli aeroporti il lockdown è pressoché totale). «Continuiamo a chiedere a gran voce un intervento deciso del Governo italiano con misure che tutelino il settore nel suo complesso e favoriscano la ripresa del traffico aereo». È un tema enorme, certo non solo italiano, ma che in Italia s’intreccia con altre storture: ad oggi il sostegno al settore è stato interpretato soprattutto come sostegno ad Alitalia e, in misura molto minore, ad Air Italy.
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