‘Ndrangheta e rifiuti, al via il processo all’ex-consigliere di Busto Arsizio Paolo Efrem
Insieme a lui alla sbarra diversi esponenti della 'ndrangheta di Legnano. L'imprenditore e grande accusatore Matteo Molinari verrà ascoltato nella prossima udienza
Matteo Molinari, il grande accusatore dell’ex-consigliere comunale Paolo Efrem, parlerà davanti ai giudici del Tribunale di Como il prossimo 16 febbraio. Lo ha stabilito il collegio che ha aperto il dibattimento del processo sul traffico di rifiuti e false fatturazioni della Srm Ecologica di Como, azienda per il trattamento di rifiuti speciali con sede a La Guzza finita al centro di ben due inchieste della Dda di Milano che aveva ricostruito l’infiltrazione massiccia della locale di ‘ndrangheta di Legnano all’interno della società gestita dal bustocco.
Tra gli imputati c’è anche Paolo Efrem, consigliere comunale eletto nella lista Busto Grande che sosteneva il sindaco Antonelli ed entrato in consiglio comunale in seguito alle dimissioni di Matteo Tosi, attuale garante comunale dei detenuti della casa circondariale di Busto Arsizio. Insieme a lui sono alla sbarra anche Daniele Frustillo, considerato un uomo di Vincenzo Rispoli come Giovanni Lillo (compagno della figlia di Rispoli, Francesca, anche lei arrestata in una nuova operazione scaturita a settembre dello scorso anno insieme ad altre 11 persone) e Raffaele Rispoli.
Sono accusati di aver estorto, attraverso una serie di false fatturazioni a favore di una società di Paolo Efrem, centinaia di migliaia di euro a Matteo Molinari che – come ha raccontato agli inquirenti – avrebbe assunto Frustillo e Lillo per ottenere “protezione” in seguito ad una rapina subita tempo prima (per Efrem l’accusa è di false fatturazioni con l’aggravante di aver favorito la ‘ndrangheta).
Molinari era stato arrestato nell’ambito di una prima inchiesta sul traffico di rifiuti relativo ad una serie di società che facevano capo ad un personaggio legato alla ‘ndrangheta, Angelo Romanello, figlio del boss di Siderno Francesco con il coinvolgimento di Frustillo (vicenda già arrivata alla sentenza di primo grado). Dalle sue dichiarazioni il sostituto procuratore Silvia Bonardi era riuscita a ricostruire il meccanismo malavitoso che teneva in scacco l’imprenditore tra continue e pressanti richieste di danaro, minacce di ritorsioni fisiche ed economiche in quanto Frustillo teneva in pugno l’intero pacchetto di clienti dell’azienda, fungendo da intermediario con le stesse.
I soldi fatti transitare da Efrem sarebbero stati usati poi da Frustillo, che disponeva della possibilità di prelevarli a suo piacimento, e dalla cosca per pagare viaggi da Cirò Marina a Legnano di parenti dei membri della locale di Cirò Marina in visita ai carcerati oppure per gite di piacere sui laghi e in Svizzera.
Fino ad ora la linea seguita dai legali di Frustillo ed Efrem, Luigina Pingitore e Antonio D’Amelio, è stata quella del silenzio con l’obiettivo di arrivare a dibattimento e smontare in aula le dichiarazioni dell’imprenditore che avrebbe – a loro giudizio – raccontato una verità di comodo per poterne trarre vantaggio in sede di giudizio. Nella prima udienza di oggi sono state ammesse le prove da parte dell’accusa (in parte contestate dalla difesa) e respinte le richieste di scarcerazione avanzate dai legali: tutti gli imputato restano in carcere.
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