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“Fil noir”: il teatro e la poesia nella raccolta d’esordio della sommese Jessica Gentile

Occhi da sognatrice, una vita tra i versi teatrali e delle poesie: abbiamo intervistato Jessica Gentile, originaria di Somma Lombardo, per l'uscita della sua raccolta di poesie d'esordio, "Fil noir"

Jessica gentile libro fil noir

Attrice che scrive o scrittrice che recita? Il teatro e la poesia sono i due mondi avvinghiati e co-dipendenti in cui si muove Jessica Gentile, attrice venticinquenne di Somma Lombardo, che ha recentemente pubblicato la sua prima raccolta, Fil noir.

Gentile vive a Milano da circa due anni, recita nella compagnia Scimmie Nude e studia Archeologia all’Università degli Studi di Milano, un’altra passione che anima la ragazza. «Dopo il liceo a Gallarate – racconta – ho trascorso tre anni a Grock – scuola di teatro: al secondo anno ho incontrato Gaddo Bagnoli e l’ho seguito all’Atelier Scimmie Nude, dato che mi interessava molto il suo metodo di insegnamento. L’Atelier è un collettivo che fa formazione e mette in scena uno spettacolo con la sua regia: a giugno saremmo dovuti andare in scena, ma a causa del Coronavirus è saltato tutto; su quello spettacolo abbiamo continuato a lavorare per andare in scena in autunno, ma siamo stati sfortunati, ora è in stallo», racconta l’attrice.

Il teatro, però, continua anche a distanza, seppur con i suoi limiti: «Sono stata scelta per il secondo anno di atelier, proviamo su Zoom lavorando su idee e improvvisazioni: il mio maestro come metodo creativo e di indagine conoscitiva sull’uomo usa l’improvvisazione e funziona molo bene: l’anno scorso abbiamo lavorato sulla fiaba, quest’anno invece sulle connessioni.  Continuiamo anche a fare il training fisico».

La raccolta ripercorre il filo nero del dolore – una costante della vita di ognuno di noi – in un susseguirsi di immagini che sembrano nascere per accostamenti fonici oppure di analogie: ne risulta una poesia vivida e sfuggente allo stesso tempo, costruita sia in versi liberi sia su uno stile più narrativo.

 

«Non voglio essere forte, / voglio essere forse. / Forse voglio essere / oppure no /anche non essere, / se non c’è niente dopo / l’essere» (p. 17)

Jessica gentile libro fil noir
Jessica Gentile sul palco

Come è nato Fil noir?

«Non è nato come un progetto. Scrivo poesie da sempre, ma non sono mai riuscita a trovare la mia dimensione, che è arrivata tramite il teatro: il mio insegnante di teatro ci faceva scrivere delle poesie per entrare in contatto con il personaggio che dovevamo interpretare, per entrarci in contatto. Da lì ho iniziato a scrivere e, un anno fa, ho pensato a una raccolta dato che avevo sempre un termine – fil noir – in testa, tanto che poi ne è diventato il titolo». L’idea della raccolta è arrivata in un certo momento, anche se Gentile ammette di non riuscire a focalizzarlo del tutto: «La consapevolezza è nata pian piano, quando ho capito che tutte le poesie erano legate da qualcosa e che, in un certo senso, era finito. Avevo l’urgenza di comunicare e di aprire il mio cuore, che è un po’  lo stesso processo che facciamo a teatro. L’ho replicato in poesia».

Il titolo – spiega l’autrice – rimanda alla connessione che passa attraverso la poesia: il filo è quello del dolore. «Un dolore, però, senza compianto: preso nella sua interezza come parte della mia esistenza, con la speranza continua di non spegnermi mai; come Nina ne Il gabbiano di Anton Čecov, che dice sempre che quando pensa alla sua vocazione la vita non le fa più paura».

Con un po’ di coraggio, poi, ha cercato delle piccole case editrice, approdando a Eretica edizioni, «una realtà dalla grande eticità: mi è piaciuta fin da subito. Ho ricevuto la loro risposta dopo un mese dall’invio del manoscritto in una mail bellissima dove dicevano di volermi pubblicare. L’editing è durato due mesi, poi la raccolta è uscita a novembre; purtroppo – dato anche il periodo – non siamo riusciti a fare presentazioni». La pubblicazione, però, non è stata rimandata a un periodo migliore: «Il 2020 è stato un periodo buio per molte case editrici, ma questa pubblicazione è stata un segno di speranza che il 2020 mi ha dato».

Com’è stato il lockdown per un’attrice come te?

«Tutto nella mia vita ha messo a dura prova la mia vocazione, ma proseguo nonostante tutto. È come se non lo avessi scelto io, questo mestiere, ma come se fossi stata scelta. È bellissimo, ma anche una condanna, perché non lo posso eliminare. L’impatto è stato durissimo: stavamo lavorando sodo a uno spettacolo e ce lo siamo visti fumare sotto gli occhi. Abbiamo poi ripreso in estate con gli spettacoli all’aperto e i seminari di recitazione: ho trascorso una splendida settimana in Toscana a fare teatro tutto il tempo. Il secondo lockdown, purtroppo, è stato peggio del primo, ma ci si fa forza e si va avanti; stiamo lavorando a un secondo spettacolo e ho ottenuto una parte in un film, che gireremo questa estate. Non mi sono mai fermata: quello che potevo fare l’ho fatto, anche se a distanza; la scrittura non si è mai fermata, perché l’istinto di esprimermi non si può spegnere». 

Che scrittori e scrittrici ti influenzano?

«Leggo moltissima poesia, dalla classica a quella contemporanea, ma faccio fatica a trovare chi possa avermi ispirata. La poesia, per me, è intima: nasce come un’urgenza personale che si forma nel mio scrivere; è come se non fossi io a scrivere, ma venissi scritta». Gentile ha iniziato ad appassionarsi alla poesia grazie a Pablo Neruda, Pessoa e Mariangela Gualtieri, «a lei mi lego grazie alle tematiche della natura e della visceralità che c’è nelle sue poesie». Per il resto, la scelta rimane molto istintiva. Gentile precisa che, quando scrive, «è come se io andassi in giro con tutto il mio bagaglio di letture», che fan parte di lei insieme al teatro. 

La scrittura, inoltre, viene alternata alla lettura: «Leggo molta poesia e molto teatro, poca prosa; quanto alla saggistica, amo i testi divulgativi sull’astronomia. Ritengo che la matematica e l’astrofisica siano molto poetiche».

C’è spazio per il teatro in questi componimenti?

«Le poesie non sarebbero esistite se non ci fosse stato questo percorso teatrale, che allena molto la creatività dell’attore: ho scoperto l’arte dentro di me e con questa indagine ho iniziato a scrivere. Il teatro aiuta a capire che sei molto diverso da ciò che pensavi di essere: il mio insegnante dice sempre di non collocarsi nell’arte, ma di trovare il teatro dentro di noi. È un’esigenza di comunicazione». 

Per sottolineare questo legame tra i due monti, nella raccolta Gentile ha inserito alcune poesie che ha scritto per i propri personaggi, due per Nina de Il gabbiano e una per Pinocchio:

“Ninetta bella, / siamo diventate piccole e magre/ tutte e due, / tutti e due gli occhi / troppo neri / troppo abisso, / tanto, troppo coraggio ci vuole” (p.22)

Cosa vorresti che arrivasse ai lettori?

«Spero che a loro arrivi una vibrazione, non importa di che tipo: questo è quello che mi auguro succeda quando sono sul palco. È come se avessi aperto il mio cuore, facendolo vibrare, e che chi leggesse lo sentisse e “rispondesse” con un’altra vibrazione. Vorrei che ci fosse un incontro tra esseri umani».

 

Titolo: Fil noir

Autrice: Jessica Gentile

Casa editrice: Eretica edizioni

Prezzo di copertina: 13 euro

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 20 Gennaio 2021
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