La povertà educativa a Varese: una provincia divisa a metà
Tra gli indicatori considerati dalle mappe di Openpolis e Con i bambini anche il calo demografico. Gallarate, Busto e Saranno in controtendenza
Tra gli effetti della crisi sanitaria in corso c’è anche quello di aver esasperato e portato alla luce il dramma della povertà educativa che è povertà di futuro, non solo per chi la subisce e ne è direttamente coinvolto, ma per tutta la comunità. Perché una società in cui aumenta la povertà educativa è una società che non va da nessuna parte. Può solo tornare indietro.
Questi i temi che hanno animato il dibattito circa i dati sulla povertà educativa raccolti da Openpolis e fondazione Con i Bambini nel report “Le mappe della povertà educativa in Lombardia” presentato nella mattinata di oggi, venerdì 22 gennaio a Palazzo Pirelli a Milano.
La povertà educativa è data una serie di condizioni per cui il bambino si trova privato, per tante ragioni, del diritto all’apprendimento e alla crescita in senso lato. a mancare sono opportunità culturali ed educative, il diritto al gioco e alla socialità fondamentali per lo sviluppo della personalità di ciascuno.
Gli aspetti da monitorare per comprendere il fenomeno sono tanti, non sempre si sommano: esclusione sociale; mancanza di servizi educativi, culturali, sociali, sportivi; distanze territoriali e fenomeni demografici come calo delle nascite e spopolamento di interi territori.
MINORI IN LOMBARDIA
La Lombardia, con oltre 1,6 milioni di minori, è la regione italiana con il maggior numero di residenti con meno di 18 anni su un totale di 10 milioni di abitanti, residenti in 1.506 comuni per 23.864 kmq.
A fronte di un periodo storico che, complice la bassa natalità, ha visto un calo generalizzato dei minori in Italia (-3,19% tra 2012 e 2019), la Lombardia è una delle poche regioni a non registrare variazioni negative: dal 2012 al 2019 il numero dei residenti tra 0 e 17 anni in Lombardia è anzi aumentato del +0,86%, dietro solo a Emilia Romagna (+2,13%) e Lazio (+3,8%).
Il dato di stabilità cela però profonde differenze interne: se nella città metropolitana di Milano si rileva un aumento superiore al 6%, che arriva quasi al 14% nel capoluogo, nelle province il calo della popolazione minorile è significativo.
VARESE: PROVINCIA DIVISA A METÀ
In particolare la Provincia di Varese sembra spezzata a metà: il numero di bambini e ragazzi infatti diminuisce nella stragrande maggioranza dei comuni del nord della provincia, incluso il capoluogo. Nel 2012 la città giardino contava quasi 12 mila minori (11.987) mentre nel 2019 erano 11.704, con un calo del -2,36%. nello stesso periodo Malnate, città dei bambini, ha perso oltre 5 punti percentuali.
L’inversione di tendenza si registra avvicinandosi all’area metropolitana di Milano: popolazione minorile in aumento di 4 punti percentuali a Saronno (da 6164 a 6405 minori residenti dal 2019 al 2019) e Busto Arsizio, passata dai 12737 del 2012 ai 13296 nel 2019, con oltre 500 minori residenti in più. Ma il risultato migliore, e non solo in termini percentuali, è di Gallarate, che contava 8415 minori nel 2012 e 9097 nel 2019, facendo registrare un sorprendente +8,10%.
Sostanzialmente stabile la situazione di Legnano con un lieve +0,55% e una popolazione di circa 9mila minori.
LA SFIDA DIGITALE
L’ultima sfida alla povertà educativa passa attraverso una digitalizzazione inclusiva. Lo racconta l’esperienza della Didattica a distanza: più le connessioni domestiche sono veloci e sicure, più i bambini e i ragazzi riescono a seguire la scuola a distanza. Ma non è una questione solo di istruzione scolastica.
In questi mesi bambini e ragazzi che non avevano, o non hanno, accesso a dispositivi digitali e connessioni adeguate, erano e sono tagliati fuori anche e soprattutto dalle relazioni con i pari, per quanto virtuali, tagliati fuori quindi dalla comunità cui appartengono.
Per quanto riguarda il territorio della Provincia di Varese le famiglie raggiunte da banda larga ultraveloce (rete fissa a 100 mbps) sono circa il 40% nelle principali città (il risultato migliore è quello di Busto Arsizio con il 52% delle famiglie coperte dalla connessione veloce) ma nei comuni più piccoli e soprattutto nella zona prealpina il gap è evidente. Come nel resto della Lombardia.
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