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Protesta contro il piano per Alitalia: “Danneggerà anche Linate e Malpensa”

Al centro delle preoccupazioni la mini-compagnia che emergerebbe ma anche la liberalizzazione degli slot su Linate. Martedì mattina il presidio davanti al Pirellone

Malpensa Generiche

Resta agitata la situazione intorno al destino di Alitalia, sempre più appeso a un filo (a Bruxelles) e con prospettive quanto mai incerte.

Nella giornata di oggi, martedì 6 aprile, si è tenuto un doppio presidio a Roma e a Milano, che ha coinvolto prevalentemente dipendenti di Alitalia e delle società di handling che lavorano (anche) per la compagnia di base alla Magliana. Ma la giornata di mobilitazione ha riguardato anche Air Italy e il segmento dell’handling connesso alle due compagnie.

Il doppio presidio ha coinvolto le sigle sindacali Usb, Cub Trasporti, AirCrewCommitee: a Fiumicino erano un centinaio i lavoratori Alitalia, mentre a Milano il presidio al Pirellone ha coinvolto circa una sessantina di persone. «Lavoratori Alitalia con base a Linate, qualcuno a Malpensa, oltre ad alcuni del settore dell’handling» dice Matteo Frigerio, della Cub Trasporti Malpensa-Linate.

Preoccupa in piano che prevede una mini-compagnia con solo 45 aerei (di cui solo quattro per il lungo raggio), con meno di 4mila dipendenti, con dismissione di manutenzione e handling. Se il grosso di Alitalia si muove su Roma, le mosse della compagnia hanno un peso anche sul sistema aeroportuale del Nord. «Il nuovo piano Ita prevede zero voli su Malpensa e un forte ridimensionamento anche su Linate, con una serie di problemi che si ripercuotono anche sulle aziende che garantiscono servizi di terra».

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Già nel 2020 aveva creato forti attriti la decisione di Alitalia di svolgere solo con personale interno le operazioni di handling, anche con il ricorso ai precari per completare il personale nei periodi di picco. «Anche ora ci sono voci fondate su ricorso a precari per la prossima estate».

Nella complessa trattativa con Bruxelles sul destino della compagnia, un peso importante ha la richiesta della UE di dimezzare gli slot che Alitalia ha a Linate, riaprendoli alla libera concorrenza, con le low cost pronte a riaffacciarsi con più forza sul mercato “domestico” (è partita già Easyjet, con nuovi voli estivi sulla Sicilia da Milano Linate).

In questo caso i sindacati denunciano anche possibili disagi per l’utenza, in particolare su quei servizi – trasporti di persone con esigenze sanitarie o accompagnamento minori – che sono più antieconomici per una compagnia e di cui le low cost non si farebbe carico. In più se gli slot se ne vanno ad altri, si rimette in moto anche il delicato incastro che riguarda anche i servizi di terra.

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Alitalia ed Air Italy, le richieste del sindacato

Cosa chiede il presidio in Regione Lombardia? «Al governo nazionale chiediamo l’immediato avvio di tavoli ministeriali per una Riforma del Trasporto Aereo. Ad Alitalia chiediamo che a fronte dei 3 miliardi di euro sul rilancio, non venga creata ad una mini-compagnia che prevede lo smembramento e il ridimensionamento compagnia che comporterebbe migliaia di esuberi» si legge nel documento della Usb.

«Ad Air Italy chiediamo di fermare immediatamente la procedura di licenziamento aperta per tutti i lavoratori: 1500 famiglie lasciate in mezzo ad una strada, ma indichiamo la necessità di una tutela e previsione di lavoro buono, per tutti. Agli handlers di Linate e Malpensa chiediamo di bloccare le clausole sociali senza un accordo di sito che garantisca il mantenimento dei diritti e del salario: è necessario procedere subito a un accordo di sito e la limitazione degli handlers».

«Al gestore SEA ricordiamo cheLa gestione degli aeroporti è data in concessione e diciamo NO a futuri accordi che prevedono, attraverso lo smartworking e la digitalizzazione, flessibilità, aumenti dei carichi di lavoro ed esternalizzazioni. Per l’indotto chiediamo tutela di tutti i lavoratori che devono avere le stesse garanzie dei lavoratori diretti: basta agli appalti “pirata” che ricadono sulle condizioni normative e contrattuali dei lavoratori».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 06 Aprile 2021
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