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Air Italy e il lavoro negato

Ha quasi dell'incredibile la parabola di Air Italy: rilanciata come compagnia di alta qualità a febbraio 2018, messa in liquidazione due anni esatti dopo. E oggi si nega persino la cassa integrazione

Air Italy presidio

Niente proroga degli ammortizzatori sociali fino al 31 dicembre. L’incontro tra sindacati e liquidatore di Air Italy finisce come era previsto: male. Ed è l’ennesima doccia fredda sul destino di centinaia di lavoratori, “congelati” da oltre un anno in una crisi interna all’industria privata dell’aviazione e che – a differenza di Alitalia – gode di poca attenzione.

La questione riguarda 1.383 dipendenti, tra Olbia e Milano Malpensa, a cui è stata recapitata la lettera di licenziamento, dopo che la compagnia ha messo a terra gli aerei nel febbraio 2020, giusto alla vigilia della crisi Covid che ha travolto l’aviazione civile.

A distanza di un anno dallo stop, ora i lavoratori restano anche senza cassa integrazione.
L’azienda ha evocato come motivazione «mancanza di mandato dalla proprietà, risorse per l’eventuale proroga, mancanza di un quadro normativo per accedere alla Cig» ha spiegato il segretario regionale (Sardegna) della Filt Cgil, Arnaldo Boeddu. 

Dal fronte della politica però i messaggi erano diversi: «Sottosegretari e viceministri confermano che, se richiesto, un ulteriore periodo di cassa integrazione verrebbe accordato».
Da Malpensa arriva anche il sostegno della Lega, sul punto specifico della cassa integrazione e anche con l’idea di portare la vertenza a livello europeo.

A differenza che nella vertenza Alitalia – a cui è spesso accostata – la vicenda di Air Italy è per ora solo nelle mani del privato, quella Qatar Airways che aveva rilevato la vecchia Meridiana (con controllata Air Italy) con l’obbiettivo di rilanciarla. Il piano ambizioso era stato effettivamente attuato, con nuovi aerei e nuove destinazioni, ma nell’estate 2019 si erano avvertiti i primi scricchiolii, con lo stop ai piani di potenziamento delle rotte. Poi a febbraio 2020 tutto è precipitato in pochi giorni.

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Oltre che a Malpensa, la vicenda è ovviamente molto seguita anche in Sardegna, dove la base di Olbia ha un valore di primissimo piano per l’occupazione locale. I sindacati avevano programmato una manifestazione sarda a Cagliari il 26 aprile, ma a causa delle limitazioni legate alla “zona rossa” il tutto è rinviato a lunedì 3 maggio (situazione sanitaria permettendo).

La vertenza Air Italy rientra poi nella più ampia crisi di sistema del settore aereo, che secondo i sindacati deve essere affrontata con una logica di sistema, viste le debolezze e i nodi problematici a ogni livello, dalle compagnie all’handling, esasperati dalla crisi Covid.

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Sono queste le motivazioni al centro dello sciopero nazionale – per quattro ore – convocato per venerdì 23 aprile: a Malpensa il presidio sarà alla cargo city. L’unico luogo – oggi – dove si lavora a tempo pieno e in cui c’è anche una possibilità maggiore di incidere con l’astensione dal lavoro.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 22 Aprile 2021
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