Giro: alla viglia dello Zoncolan fa festa Giacomo Nizzolo
Il velocista milanese, campione italiano ed europeo, non aveva mai vinto una tappa "rosa". Battuto Affini, autore di un contropiede nel finale. E ora c'è una delle montagne più attese
Nella Verona che consegnò un Giro a gente come Francesco Moser (1984), al nostro Ivan Basso (2010) e a Richard Carapaz (2019), questa volta la festa è di Giacomo Nizzolo (foto Giro d’Italia). Una festa speciale perché lo sprinter lombardo in carriera ha vinto tanto – è campione d’Italia e d’Europa in carica – ma prima d’oggi, incredibilmente, non aveva mai conquistato una tappa al Giro d’Italia.
Ecco perché anche una frazione interlocutoria come quella di oggi – venerdì 21 – ha saputo ritagliarsi un momento di storia. Nizzolo, che ha 32 anni e gareggia per il Team Qhubeka-Assos, ha primeggiato in una volata atipica, perché nell’ultimo chilometro uno scatto del mantovano Edoardo Affini (Jumbo-Visma) ha provato un contropiede clamoroso che gli è valso il secondo posto nonostante la rimonta dei velocisti. Terzo il solito Sagan davanti a Cimolai e Gaviria, ottavo il padrone di casa Viviani che avrebbe voluto festeggiare con un successo l’investitura da portabandiera alle Olimpiadi di Tokyo. E c’è anche un po’ di Varesotto nella vittoria di Nizzolo: il suo massaggiatore è l’ex professionista di Carnago Eugenio Alafaci, la cui intervista è uscita proprio stamattina su VareseNews per la rubrica “Varesotti in Giro”. Per loro, sarà festa grande.
“Quando c’è la volata, sento la stessa tensione di quando correvo”
LA TAPPA
Volata doveva essere e volata è stata in questa 13a tappa partita da Ravenna con il copione già scritto. A interpretarlo sono stati innanzitutto i “soliti” portacolori delle squadre italiane: Umberto Marengo (Bardiani-Csf) e Simon Pellaud (Androni-Sidermec) ormai non fanno più notizia quando vanno in fuga mentre la Eolo-Kometa stavolta ha scelto il trentino Samuele Rivi per partecipare all’azione e andare a caccia dei traguardi volanti.
Dietro, come previsto, hanno lasciato fare senza tuttavia lasciare troppo spazio al terzetto di attaccanti che non ha mai avuto vantaggi oceanici. Davanti le squadre dei velocisti, anche se la UAE-Emirates ha dovuto gestire una situazione di salute non ottimale per Fernando Gaviria. Inutile concedere troppo e sprecare energie in vista dello Zoncolan, arrivo decisivo previsto per domani, sabato 22. Fatto sta che Rivi, Pellaud e Marengo sono stati assorbiti solo ai 7 dall’arrivo, dopo una decina di chilometri trascorsi quasi in surplace con il gruppo appositamente lento per non esaurire la fuga e gli attaccanti sempre meno incisivi in attesa del ricongiungimento.
E DOMANI?
E domani, come detto, ci sarà una delle montagne simbolo della storia recente del Giro d’Italia, lo Zoncolan che ha “certificato” una serie di imprese da una ventina d’anni a questa parte. Nel 2010 vinse Ivan Basso che staccò Cadel Evans e si mise in tasca un bel pezzo della maglia rosa finale. Questa volta il favoritissimo è la maglia rosa, Egan Bernal, ma attenzione al maltempo che potrebbe cambiare le carte in tavola a tanti pretendenti.
Maglia Rosa: Egan Bernal (Col – India – Grenadier)
Maglia Azzurra: Geoffrey Bouchard (Fra – Ag2r – Citroen)
Maglia Ciclamino: Peter Sagan (Slk – Bora-Hansgrohe)
Maglia Bianca: Egan Bernal (Col – India – Grenadier)
CLASSIFICA GENERALE
1) Egan BERNAL (Col – Ineos); 2) Aleksandr Vlasov (Rus – Astana) a 0’45”; 3) Damiano Caruso (Ita – Bahrain) a 1’12”; 4) Hugh Carty (Aus – EF) a 1’17”; 5) Simon Yates (Gbr – BikeExchange) a 1’22”; 6) Buchmann a 1’50”; 7) Evenepoel a 2’22”; 8) Ciccone a 2’24”; 9) Foss a 2’49”; 10) Martinez a 3’15”; 13) Nibali a 4’06”.
SPECIALE GIRO D’ITALIA
In collaborazione con Bieffe Cicli e con La Bottega del Romeo
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