Melina Aita non uccise il marito, ribaltata in appello la sentenza per l’omicidio di Somma Lombardo
Condannata all'ergastolo in primo grado, insieme ad altri due soggetti, è stata assolta in appello per non aver commesso il fatto. Assoluzione anche per Slaeddine Ben H'Mida
Melina Aita è stata assolta dalla Corte d’assise di Appello di Milano dall’accusa di aver ucciso il marito, Antonino Faraci. L’omicidio avvenne il 12 aprile del 2014 nella casa della coppia a Somma Lombardo e insieme a lei vennero accusati Bechir Baghouli e Slaheddine Ben H’Mida.
Tutti e tre vennero condannati in primo grado all’ergastolo dalla Corte d’assise del Tribunale di Busto Arsizio (qui l’articolo) nel dicembre del 2018. Oggi, mercoledì, dopo due ore di discussione è arrivata l’assoluzione per Melina Aita e per Ben H’Mida mentre la condanna per Baghouli è stata ridotta a 24 anni.
La tesi sostenuta dalla Procura Generale ricalcava quella del pm Rosaria Stagnaro e sosteneva che Melina Aita avrebbe intrattenuto una relazione anche sessuale con Bechir Baghouli e avrebbe procacciato soldi e cocaina all’uomo in più occasioni. Slaeddine Ben H’Mida avrebbe partecipato in quanto amico di Baghouli. Tutti e tre avrebbero organizzato l’omicidio fingendo una rapina in casa. Nelle ore successive al delitto i due maghrebini si erano dileguati, lasciando l’Italia in fretta e furia.
Soddisfatti i legali di Melina Aita, Pierpaolo Cassarà, e Marco Brunoldi per Baghouli e Ben’H Mida. Particolarmente gioioso il difensore della donna: «Due ore di discussione si può dire che abbiamo smontato in maniera certosina la costruzione indiziaria del primo grado, più simile al soggetto di un film. La teoria della pm Stagnaro è sprofondata nel nulla. Processi come questi devono avere prove inoppugnabili per finire con l’ergastolo e non sulla base di indizi messi lì per creare una verità processuale».
Rispetto alla sua cliente, ultrasettantenne: «Spero in una nuova vita per lei. Ha vissuto 4 mesi di carcere preventivo per un fatto che non ha commesso, la sua vita privata è stata buttata in pasto al pubblico, definendola drogata, fedifraga e prostituta. Credo meriti una ripulitura totale della sua immagine».
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