Air Italy non chiede la proroga della cassa, si va verso i licenziamenti
Fallita l'ultima trattativa per la proroga degli ammortizzatori per 1300 lavoratori. Sindacati sul piede di guerra, anche per l'assenza dei rappresentanti del Mise e di Regione Sardegna e Lombardia
Brutte notizie per i 1.322 lavoratori di Air Italy. Questa mattina, 22 novembre, il liquidatore della compagnia aerea (partecipata da Qatar Airways) ha ribadito che Air Italy non ha nessuna intenzione di chiedere il prolungamento della cassa integrazione e proseguirà con la procedura di licenziamento collettivo, che scatterà dall’8 dicembre, e con la chiusura della liquidazione.
A esasperare la situazione, anche l’assenza dei rappresentati del Mise e delle Regioni Sardegna e Lombardia all’incontro (le principali basi sono Olbia e Milano Malpensa). «Alla base ci sarebbe un errore nelle convocazioni, ma l’assenza è ingiustificabile, tutti erano a conoscenza della videoconferenza di questa mattina» dicono i sindacati.
Le bordate però i sindacati le riservano soprattutto ai vertici della compagnia: «La posizione di Air Italy è inaccettabile, non è possibile che l’azienda si rifiuti di chiedere la cassa integrazione, rendendo vano ogni sforzo per salvare i 1.300 lavoratori» dice Marco Bardini, segretario regionale Anpav Sardegna. 1Tanto più che in questo periodo Covid gli ammortizzatori sociali sono a costo zero per le aziende».
«La strada si fa in salita se Air Italy continua a rifiutarsi di richiedere la cassa integrazione e di volere procedere al licenziamento collettivo – commenta la segretaria della Uil Trasporti Nord Sardegna, Elisabetta Manca. Allo stesso tempo è deplorevole l’assenza dei rappresentanti del Mise e delle Regioni Sardegna e Lombardia».
L’assenza delle istituzioni non è andata giù nemmeno al segretario generale della Filt Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu: «I lavoratori rischiano entro poche settimane il licenziamento, Non si può accettare un atteggiamento così superficiale da parte delle Istituzioni nazionali, prime fra tutte il Mise, così come non possiamo non stigmatizzare l’assenza intollerante della Regione Sardegna».
Alla vigilia dell’incontro tutte le segreterie regionali sardi dei sindacati (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-trasporti, Ugl Trasporto Aereo, Anpav, Ap, Usb, Cobas) avevano lanciato un ultimo appello alla politica, per «evitare di cancellare i sessant’anni di esperienza della compagnia aerea con sede a Olbia e disperdere conseguentemente il patrimonio di professionalità delle sue maestranze»
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