Doppio sciopero a Malpensa e Linate contro la conferma delle esternalizzazioni
Confermata anche dal Comune di Milano la cessione del settore Ict, che coinvolge sessanta lavoratori sui due scali. Il 3 febbraio il primo sciopero, poi quello più ampio il 18
C’è voluto tutto sommato poco, perché rientrassero gli attriti tra Sea e una parte della maggioranza del Comune di Milano: dopo la mezza rottura di martedì (con i consiglieri più a sinistra scesi davanti a Palazzo Marino per incontrare i lavoratori), la seduta di venerdì della Commissione consiliare Sviluppo economico e politiche del lavoro, Mobilità e Controllo partecipate ha visto il sostanziale via libera alla esternalizzazione dei lavoratori dell’Ict, i servizi informativi. La questione riguarda 60 lavoratori, divisi equamente tra Malpensa e Linate.
Martedì c’era stato uno scontro in commissione tra l’ad di Sea Armando Brunini e alcuni consiglieri dell’ala sinistra della maggioranza che sostiene il sindaco Sala, che avevano chiesto uno stop alla procedura. Brunini aveva confermato la decisione, ribadendo che il CdA aveva già dato il via libera. E nella commissione di venerdì l’assessorato al bilancio ha riconfermato la decisione, evitando uno scontro tra socio e Cda.
Baruffe politiche durate un paio di giorni, in sostanza, ma decisione già presa. I sindacati – confederali e di base – confermano le loro preoccupazioni e puntano sulle garanzie per i lavoratori che dal 1° febbraio passeranno ad una srl controllata al 100% da Sea, ma destinata ad uscire dal perimetro aziendale.
I lavoratori hanno anche confermato due diversi scioperi: il 3 febbraio ci sarà l’astensione del reparto Ict indetta dalla Cub Trasporti (per ragioni proedurali non sono riusciti ad associarsi in questa data gli altri sindacati). Il 18 febbraio invece è previsto lo sciopero dell’intera Sea per 24 ore, con il sostegno di tutte le sigle sindacali: sullo sfondo c’è la preoccupazione legata a possibili ulteriori esternalizzazioni, come ad esempio la cessione di Sea Energia, la controllata che si occupa di produzione dell’energia sui due scali milanesi.
Nei giorni scorsi l’Ad Armando Brunini ha valutato complessivamente in trecento il numero di lavoratori che usciranno dal perimetro aziendale entro il 2026, rendendo più snella la società di gestione (che “dimagrirà” fino a 2600 unità).
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