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Diario di un diciottenne dall’Ucraina: “Io e mio padre dormiamo a turno tra i colpi dell’artiglieria”

Pubblichiamo i resoconti di un giovane studente di giornalismo legato ad una famiglia di Busto Arsizio grazie ad Aubam. Vive a ovest di Kiev insieme al padre

manifestazione pace ucraina milano

(foto di Jacopo Belloni/MessyMind Design)Avere 18 anni e ritrovarsi catapultato in una guerra con le bombe che scoppiano a pochi metri da casa. Aleksey (nome di fantasia) è un ragazzo di una piccola città a ovest di Kiev, ha solo 18 anni e su di lui incombe il pericolo di finire arruolato nell’esercito. Studia giornalismo e sta inviando a Varesenews alcuni resoconti di queste giornate terribili, attraverso la sua “mamma” italiana che vive a Busto Arsizio. Da 9 anni, infatti, è tra i ragazzi che vengono a Busto Arsizio grazie ad Aubam, l’associazione che organizza i soggiorni dei bambini ucraini in Italia.

Qui il suo primo racconto

Ucraina, un diciottenne e una donna raccontano la vita a Kiev sotto le bombe

Di seguito il suo nuovo resoconto

La notte tra il 26 e il 27 febbraio era calmo, ma poi dall’una di notte sono iniziate le esplosioni, prima ho sentito un paio di esplosioni ma non capivo cosa stesse succedendo e volevo sapere il prima possibile da dove provenissero i suoni, poi ho trovato informazioni che si trattava è un deposito di petrolio a Vasilkov, da lì si sono sentite molte altre esplosioni, ne ho contate circa 10-13, poi da qualche parte più vicino. Alle 3 ho deciso di uscire e guardare il cielo, perché il notiziario ha raccontato che c’era un grande incendio e dal mio cortile si vedeva il cielo rosso scuro.

Già la mattina del 27, dalle 7 alle 8 sono iniziati i colpi molto rumorosi, ce n’erano molti, in un’ora ho sentito più spari che per l’intera notte nell’incidente a Vasilkov, circa 15 colpi, in sequenza. Ho saputo che è stato sparato dall’artiglieria nella mia città verso la città di Bucha (un sobborgo di Kiev). Ho cercato di dormire perchè avevo passato tutta la notte sveglio, ho aspettato che papà si svegliasse, perchè dobbiamo dormire a turno. Mentre stavo cercando di addormentarmi ho sentito i suoni dell’artiglieria uno dopo l’altro, facendo tremare le finestre.

Alla fine secondo le informazioni provenienti da Bucha i soldati russi hanno sparato alle case e, dopo l’incidente, hanno finto di essere coloro che hanno evacuato la città, in modo che insieme agli abitanti potessero passare inosservate a Kiev, ma questa notizia si è diffusa rapidamente e non ci sono riusciti. È un bene che sia finita.

Il pomeriggio del 27 febbraio, invece, tutto è stato estremamente silenzioso, a volte la nostra artiglieria sparava in una direzione a me sconosciuta, ma poi tutto il giorno è stato tranquillo. Nel momento in cui scrivo questo articolo ci sono stati un altro paio di colpi di artiglieria, sono le 2:45 del 28 febbraio.

Mi piacerebbe molto che tutto finisse, non me lo immaginavo, sono andato a lavorare con calma una settimana fa, e ora devo contare gli spari e le esplosioni, non riuscivo nemmeno a pensare che così tanto potesse cambiare in un istante.

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Pubblicato il 28 Febbraio 2022
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