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Dal ’92 ad oggi la Festa del Solstizio di Cuggiono unisce ambiente, paella e sociale

Il "villaggio di Asterix" contro la discarica, l'esule di Barcellona, i minatori dell'Illinois: la grande storia dietro una festa molto amata, nel parco di una delle più belle ville di Lombardia

Festa del solstizio Cuggiono

«Abbiamo iniziato nel ’92, non abbiamo perso un anno». La Festa del Solstizio d’Estate a Cuggiono è pronta alla sua 31esima edizione, un traguardo che poche altre feste popolari possono vantare. Frutto della passione dei volontari, ma anche della capacità di coinvolgere, integrare, contaminare, ampliare la cerchia di chi partecipa e di chi propone.

Una festa-mito, nella zona del Ticino, terra verde e azzurra che è un’oasi di tranquillità ai margini dell’area molto abitata ed edificata che sta tra Milano e l’aeroporto di Malpensa. Oggi la festa conquista per lo splendido luogo dove si svolge – la Villa Annoni, con il suo grande parco – ma anche per le esperienze sociali che la animano, nell’arco di tre giorni.

E proprio qui, nella mobilitazione, nel prendersi cura di un territorio e una comunità, la festa ha le sue radici, ben piantate nel terreno. «Quando abbiamo iniziato nel 1992, eravamo in piena mobilitazione del territorio contro la discarica a Buscate» ricorda Oreste Magni, una delle anime di questa bella storia. «Il “villaggio di Asterix”, accanto alla cava che doveva diventare discarica, era animato giorno e notte. Alcune persone di Cuggiono una sera ebbero l’idea per creare uno spazio che mostrasse quel che si muoveva nel sociale, unendo momenti conviviali e approfondimento dei temi ambientali».

Il 1992 – non lo si sapeva ancora del tutto – sarebbe stato un anno di rottura: Tangentopoli stava travolgendo la Prima Repubblica, cadevano gli steccati ideologici, si scoprivano nuove battaglie, dall’antimafia all’ambientalismo. «E dentro a tutto questo la Festa è stata un momento dirompente, nel modo di intendere le feste popolari, che in zona erano solo salamino e ballo liscio, al massimo con un intervento del politico di riferimento del singolo partito. E invece da un giorno all’altro si sono trovati dei marziani che organizzavano convegni, incontri, spazi politici».

Un luogo e un momento per incontrarsi

A ridosso della data del solstizio di fine giugno, la festa si guadagnò subito la scansione rimasta classica, tre giorni, dal venerdì alla domenica. Si guadagnò uno spazio, quello della stupenda Villa Annoni, con il parco che è per estensione il secondo parco storico recintato in Lombardia, dopo quello della Villa Reale di Monza. «Villa Annoni era bellissima ma quasi sconosciuta. Lo stesso parco non era fruito dalla cittadinanza»,

Ma soprattutto fin dall’inizio la festa ha mostrato una delle sue caratteristiche maggiori, l’apertura ad esperienze diverse (già dalla prima edizione vide anche un convegno con presenze anche dall’estero, in particolare dalla Svizzera italiana) e a tutte le fasce di età.

«In qualche modo ce la siamo conquistata, perché abbiamo dovuto superare resistenze di chi si opponeva a qualcosa di nuovo» continua a raccontare Magni.
Ma già dall’inizio vennero fuori alleanze inattese: «Grazie al parroco di allora, persona molto aperta, buona parte delle persone che uscivano da messa venivano alla festa. C’era una contaminazione tra culture diverse che trovavano uno spazio di dialogo».

Cuggiono generiche generico

La tavola e la solidarietà: la paella simbolo della festa

Concerti, presentazioni di libri, dibattiti, ma anche la tavola che unisce. Con un simbolo riconosciuto: la grande paella cucinata in una grande padella, che racconta una storia localissima e insieme dentro alla grande storia: «La paella nel 1992 non la conosceva quasi nessuno, in quel periodo. Noi avevamo iniziato a cucinarla già nei primi anni Settanta, quando avevamo costituito una cooperativa di giovani: la frequentava allora anche un’esule catalano di Barcellona, che si era rifugiato in Italia e aveva trovato lavoro a Olcella e ha iniziato a cucinare questo strano piatto. Alla caduta del franchismo, nel 1977 se ne tornò a Barcellona  con la sua 500, portando a casa la grande padella che avevamo realizzato in un’officina della nostra zona. Questo ricordo di solidarietà e convivialità c’è rimasto: per questo abbiamo realizzato un nuovo padellone usato per la Festa del Solstizio».

Festa del solstizio Cuggiono

Libri, mobilitazioni e visite guidate

L’attenzione all’ambiente era al centro dell’esperienza della festa e lo è diventato sempre più nel tempo: nel 1994, poco dopo la fine della mobilitazione contro la discarica a Buscate, esplose un pozzo petrolifero tra Trecate e Romentino, dall’altra parte del Ticino, a pochi chilometri da Cuggiono, con enorme rischio per la salute e per l’ecosistema della valle del fiume azzurro. «Un fatto che aprì una discussione sulle fonti fossili, sul mito della “Dallas italiana” da sfruttare. Nascono così legami con l’altra sponda del fiume, quella piemontese, ma nascono esperienze con la Germania, il Sudtirolo, il Trentino».

Nel tempo si sono aggiunti nuovi legami, con le associazioni locali e con realtà lontane. Il venerdì è diventato ad esempio il momento del concerto del Corpo Musicale Santa Cecilia, la banda del paese, protagonista anche di sperimentazioni e contaminazione con altri generi. Ha fatto capolino in alcune edizioni la “festa degli aquiloni” animata da un’associazione di Cantalupo.
Da una decina di anni è nata la rassegna di piccoli editori “Pagine al sole”, che propone tante presentazioni di libri e stand librari.

Festa del solstizio Cuggiono

Ambiente, salute, convivialità, comunità sono parole d’ordine che ha aiutato poi anche a far nascere esperienze analoghe, “ispirate” proprio da quanto avveniva a Cuggiono. «E intanto la festa ha attratto l’attenzione sul luogo dove si svolgeva, Villa Annoni, un centro anziani, una sede comunale, un parco gestito da volontari, un bellissimo museo che già esisteva e che è stato scoperto da anni». Della festa fa sempre parte anche la scoperta della villa, della sua storia, del parco e del museo.

I minatori dell’Illinois e la canoa sul Ticino

Quest’anno ci sarà anche una delegazione da Herrin, nell’Illinois, la cittadina dove emigrarono centinaia di abitanti della zona di Cuggiono, per fare i minatori. «Una storia che ci ricorda quando gli emigranti eravamo noi e che dovrebbe insegnarci qualcosa, oggi che siamo terra d’immigrazione».
Dentro alla festa c’è l’assemblea annuale del Coordinamento Salviamo il Ticino, che unisce associazioni e singoli e promuove iniziative per il fiume. «Quest’anno presenterà il volume sulla discesa del Ticino in canoa, edita nientemeno che da National Geographic».

Le battaglie per l’ambiente, contro il consumo di suolo, contro le grandi opere sono sempre di casa a Cuggiono, dove nel 1998 è nato l’Ecoistituto della Valle del Ticino, che ha anche una sua bella sede animata tutto l’anno da tante iniziative. «L’idea dell’Ecoistituto l’abbiamo scoperta in Germania: gli ecoistituti non si limitano a dire No, ma aggiungono anche la progettualità e una visione del mondo». Non è solo idee e simboli: tanto per dire, quest’anno la lotteria dentro alla festa prevedfe come primo premio un impianto fotovoltaico da 1,2 KW.

«Se in ogni luogo creassimo luoghi e spazi per dare spazi al sociale, ci accorgeremmo che ovunque troveremmo l’occasione per unire le persone e immaginare un mondo diverso da quello in cui viviamo».

 

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 09 Giugno 2022
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