L’addio di Besnate a Giuseppe Ravasi, “il sindaco contadino”
"Il suo attaccamento a Besnate sarà un esempio per la comunità": l'ultimo saluto all'ex sindaco Giuseppe Ravasi
Una chiesa gremita e una comunità commossa e stretta nell’ultimo abbraccio al suo ex sindaco: oggi pomeriggio, lunedì 6 giugno, si sono svolti i funerali di Giuseppe Ravasi, “il sindaco contadino” di Besnate, scomparso a 71 anni venerdì 3 giugno.
Ravasi, che a livello professionale gestiva una azienda agricola in località Centenate, era stato eletto primo cittadino nel 1999 ed era stato riconfermato per un secondo mandato durato sino al 2009 a capo di una lista espressione della Lega Nord.
Era sposato con Cristina, con cui ha avuto due figli: Alessandra ed Edward (corridore della Eolo-Kometa di ciclismo).
“Una persona autentica”
Dopo la lettura del vangelo di Giovanni, don Mauro Barlassina ha ricordato Ravasi per la sua umanità e per la sua insaziabile ricerca del senso della vita, mobilitato dalle grandi domande: «È il sindaco che mi accolse nel 2003 quando ero un giovane parroco: abbiamo cercato di servire al meglio il paese di Besnate. In quegli anni non cercava un parroco in senso istituzionale, ma come un uomo che cerca un prete per un confronto attorno alle grandi questioni della vita».
Domande e interrogative che il parroco ha assimilato a quelle di Marta nel passo del Vangelo letto: «Credo che questi interrogativi abbiamo occupato anche il cuore di Giuseppe durante la malattia. Questi interrogativi sono raccolti da Gesù Cristo, come fa con quelli di Marta a cui dice “Io sono la resurrezione e la vita”. Ora Giuseppe potrà vedere in visione ciò che noi percepiamo nella fede grazie al sacrificio di Gesù. Portate nel cuore le sue domande e fatevi guidare dalle risposte che sembrava trovare e voler approfondire».
Commosse le parole del sindaco Giovanni Corbo; anch’egli lo ha ricordato per la sua umanità e non per il ruolo istituzionale che ha rivestito per molti anni: «Giuseppe Ravasi era una persona autentica, la sua scomparsa lascia un vuoto nella comunità. Mi mancheranno i confronti, anche quello ruvidi, degli ultimi anni: mi piaceva quel suo modo di parlare accompagnando le parole al sorriso. La malattia non è riuscita a spegnere il suo sguardo vivace, l’originalità di pensiero e l’ironia».
«A Cristina, Alessandra e Edward va l’abbraccio di Besnate. L’attaccamento a Besnate sarà un esempio per tutta la comunità», ha concluso.
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