Il comitato di Varallo Pombia contro il Masterplan: “Accordo unilaterale e anomalo”
La lettera del comitato dei cittadini di Varallo Pombia ai sindaci del Cuv
Ad oltre un mese dalla ratifica del Protocollo del Masterplan Malpensa 2035, il Comitato dei cittadini di Varallo Pombia si rivolge ai nove sindaci del Cuv per evidenziare «alcune inadempienze e carenze di base per la formulazione di tale accordo», siglato lo scorso 6 giugno tra Regione Lombardia, Enac e Sea e, infine, i sindaci del consorzio della provincia di Varese.
Secondo il presidente del comitato, Ferruccio Gallanti, vige l’urgenza di sospenderlo, in quanto prevede una proposta «unilaterale e del tutto anomala, senza una preliminare verifica della praticabilità nel contesto degli standard infrastrutturali ed operativi ICAO-EASA-ENAC».
Riprendendo una lettera dei sindaci del Cuv dello scorso 9 febbraio, Gallanti si sofferma sulla nota: “Interventi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e di impianti di illuminazione – Ipotesi Impianto. fotovoltaico in sedime con utilizzo parziale dell’area di 20ha tra Cargo City e SS336”, che definisce una anomala iniziativa, del tutto avulsa alle considerazioni di Sea ed Enac, soggetti competenti a “verifiche preliminari per potenziali ostacoli e pericoli alla navigazione aerea”».
«Ecco, quindi, che la procedura tecnica preliminare alla “valutazione di compatibilità ostacoli comprenda la verifica delle potenziali interferenze dei nuovi impianti e manufatti, quali aerogeneratori impianti fotovoltaici, impianti a biomassa, la quale deve essere sempre sottoposta all’iter valutativo di Enac. Tale valutazione comporta analisi e rilievi, di non breve periodo, ed una certificata approvazione da parte di Enac, che deve risultare preliminare a qualsivoglia intesa-protocollo di compensazione”. La predetta approvazione non risulta ancora agli atti dei nove Comuni del Cuv».
Infine, il comitato ricorda che il protocollo deve essere sottoposto all’Articolo 9 del Regolamento europeo della commissione (del 12 febbraio 2014) che stabilisce i requisiti tecnici e le procedure amministrative relativi agli aeroporti ai sensi del regolamento. Ricordando l’art. 7 (Deviazioni dalle specifiche di certificazione) e l’Aarti. 8 (Protezione delle aree limitrofe all’aeroporto). Citando che “gli Stati membri assicurano che si svolgano delle consultazioni con riguardo alle attività umane e all’uso del suolo,
quali: ogni sviluppo o modifica dell’uso del suolo nell’area dell’aeroporto; ogni sviluppo che possa creare turbolenze indotte da ostacoli che potrebbero essere pericolose per le operazioni
degli aeromobili; l’utilizzo di luci pericolose, ambigue o fuorvianti; l’uso di superfici fortemente riflettenti che possono provocare abbagliamento; la creazione di aree che potrebbero attirare fauna selvatica nociva per le operazioni degli aeromobili; le fonti di radiazioni non visibili o la presenza di oggetti in movimento o fermi che possono interferire o avere effetti
negativi sulle comunicazioni aeronautiche e sui sistemi di navigazione e sorveglianza.”
«Appare in sostanza, inevitabile, nel quadro di una policy del Masterplan2035 che confermi l’attuale assetto, come solo la verifica preliminare e completamento del l’iter valutativo dell’impianto fotovoltaico (ed equivalenti), con la conseguente approvazione da parte di Enac e la definizione dei tempi esecutivi, possano costituire premessa ad un eventuale “Protocollo” di intesa di compensazione per la concessione dei 44 ettari della Brughiera destinati al Cargo City».
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