In consiglio a Ferno lo scontro sul futuro della piazza e del centro storico
Lo scontro sui lavori è iniziato dall'idea da parte della giunta Foti di cancellare la commissione Naf. Contraria l'opposizione: " Era l’unico strumento che poteva connettere le minoranze ai lavori fatti dalla maggioranza"
Nel consiglio comunale di lunedì 18 luglio di Ferno, maggioranza e minoranza ha ampiamente discusso sulla partecipazione, declinandola in merito alla cancellazione della commissione Naf e al progetto di rifacimento del centro storico.
La discussione è iniziata quando la sindaca, Sarah Foti, ha elencato le commissioni che, in conformità con il Tuel, si sarebbero mantenute e quelle che, invece, non sarebbero state rinnovate: tra queste rientrano la commissione per il periodico comunale, edilizia e quella Naf, (Nuclei di antica formazione, ndr).
Questo perché «abbiamo voluto efficientare i lavori dell’amministrazione. Nella precedente tornata la commissione Naf è stata convocata forse due volte, a mia memoria, e anche rispetto ai lavori della piazza e l’immobile fu maniera difficoltosa. Ricordo riunioni di maggioranza in cui ci si trovò a discutere il senso di lasciare dei progetti importanti a una commissione ristretta, tant’è che io proposi di allargare la commissione alle rappresentanze territoriali. Con l’allargamento la commissione venne già svuotata del suo lavoro, noi vogliamo fare ancora di più: allargare alla cittadinanza questi progetti. Ci siamo chiesti a cosa servisse la commissione Naf che, così costituita, non assolve al suo ruolo».
La Naf e il rifacimento della piazza
Il primo a dimostrare dispiacere dai banchi dell’opposizione è stato Mauro Cerutti (“Cerutti per Ferno”): «Le commissioni soppresse in tempi passati hanno sempre dato un loro contributo, sono indispensabili al supporto degli uffici. Perché il periodico comunale, che era stato sospeso prima per mancanza di fondi e per leggerezza e poi, non è stato più applicato? Lo streaming è innovativo ma non arriva a casa di tutti».
«Lo streaming non è una novità – la risposta di Foti – in tanti consigli comunali veniva utilizzato già prima del Covid per permettere a chi non poteva essere presente fisicamente potesse seguire da casa». Mentre l’assessora Claudia Colombo (Urbanistica, edilizia privata e personale) ha risposto sulla Naf: «La Naf fu travisata e usata come uno strumento, mentre doveva essere lo studio di come migliorare con regole e interventi il centro storico, perché tutti i centri dovrebbero essere la parte più bella del comune, ma sono le cose più delicate e a rischio».
L’opposizione contraria: “Non saremo coinvolti”
Ha poi preso la parola Massimiliano Catania, che si è sentito toccato personalmente in quanto negli anni scorsi ha presieduto la commissione: «Non si doveva togliere la commissione perché era a costo zero ed era nata per coinvolgere i cittadini, ma soprattutto le minoranze: era l’unico strumento che poteva connettere le minoranze ai lavori fatti dalla maggioranza; e questo è stato fatto riguardo la piazza (prima con una commissione ristretta, poi allargata). Io nel consiglio precedente ho detto che speravo che non avreste distrutto tutto il lavoro fatto dalla precedente maggioranza, ma in maggioranza ora siete voi e decidete voi». Della stessa linea di pensiero Daniela Vendramin, che ha ricordato il contributo regionale di 400mila euro ottenuto per i lavori in piazza, così come Nunzia Demurtas (“Cambiare Ferno”), al suo debutto nel consesso.
«Togliere questa commissione non significa distruggere i lavori, significa capire che la commissione era stata svuotata dei suoi primi significati», ha replicato Foti rassicurando che il faro dell’amministrazione sarà il coinvolgimento di tutti gli attori in campo, per poi rimarcare così: «Sottolineo che non è così che si lavora sul rifacimento del nucleo storico di un paese, partendo dal fondo (dal contributo) per arrivare al disegno. Lungimiranza è la parola chiave: io decido con i miei cittadini di portare avanti un progetto? Ci lavoro e porto avanti un progetto, non vado di corsa perché c’è un contributo. Ben vengano i contributi, ma devo lavorare con la testa e giusti tempi su progetti che sono di una portata tale che non possono essere oggetto di una commissione troppo ristretta».
«Noi non volevamo perdere il treno né fare si che non si lavorasse alla piazza – ha concluso Catania – sono un po’ preoccupato perché rischiate di bocciare un progetto avviato e comunicato alla cittadinanza. Siamo preoccupati che, togliendo questa commissione, non saremo più coinvolti».
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