7 dei linguaggi di programmazione più strani che un appassionato di coding potrà mai usare
Esistono tanti studi recenti che hanno dimostrato che ridere aiuta ad essere più creativi e a venire a capo di problemi spesso complessi
Esistono tanti studi recenti che hanno dimostrato che ridere aiuta ad essere più creativi e a venire a capo di problemi spesso complessi. Lo stesso discorso può essere applicato al sarcasmo. Un programmatore per il solo fatto di cimentarsi nell’utilizzo di codici perlopiù incomprensibili deve avere uno spiccato senso dello humor per poter sdrammatizzare le situazioni più spinose, accompagnato da un intuito fuori dal normale e dalla capacità di creare dal nulla soluzioni a tutta una serie di problemi che immancabilmente vengono a crearsi durante il processo creativo. Per dialogare con le macchine i coder si servono di linguaggi di programmazione specifici, imparati durante corsi di formazione come quelli organizzati da Aulab. In queste esperienze didattiche il focus a livello è su quegli strumenti che possono garantire un accesso veloce nel mondo del lavoro e delle basi tecniche essenziali per il mestiere dello sviluppatore. Ma esistono tantissimi linguaggi – sicuramente meno usati e diffusi, e spesso non utilizzabili se non per puro diletto – che possono essere considerati strani e insoliti e adatti per chi non può fare a meno di farsi una risata durante il proprio lavoro.
1. Brainf*ck
Un nome, una garanzia. Si tratta di un linguaggio astruso e di difficile utilizzo, ma non preoccupatevi, non è stato creato per scopi pratici, ma esclusivamente per stimolare le menti dei programmatori e spingerli verso sfide che definire estreme è riduttivo. Uno strumento che ha una sintassi minimalista che usa appena 8 comandi, creato da Urban Müller nel 1993, e che in queste tre decadi ha visto la schiera di seguaci aumentare in maniera esponenziale.
2. Shakespeare
Questo linguaggio di programmazione utilizza dei codici sorgente che sembrano estratti da un’opera di Shakespeare. I protagonisti sono rappresentati dalle variabili, mentre le costanti sono stabilite dalla valenza positiva o negativa dei sostantivi. Ma le funzioni sono ovviamente numerose e spesso complesse. Insomma, un modo divertente e insolito per mettere alla prova la propria vena letteraria.
3. Whitespace
Whitespace nasce come pesce d’aprile qualche anno fa e si basa sull’uso degli spazi, che ironicamente vengono ignorati dai linguaggi di programmazione più utilizzati e diffusi al mondo.
4. Chicken
Qui siamo su livelli di pazzia quasi inarrivabili. La mente che ha ideato questo linguaggio di programmazione è lo svedese Torbjörn Söderstedt. L’unica parola utilizzabile al suo interno è “Chicken” e non c’è da sorprendersi se per la scrittura di un codice servirà più di mezza pagina…di chicken reiterati all’infinito.
5. LOLCODE
Creato da Adam Lindsay, un ricercatore del dipartimento di informatica della Lancaster University nel 2007, questo linguaggio di programmazione utilizza esclusivamente lolspeak, vale a dire quelle espressioni che accompagnano solitamente meme e gif a sfondo ironico, caratterizzate da testi idiosincratici e volutamente scorretti a livello grammaticale. Si tratta di uno strumento fine a se stesso che può essere usato esclusivamente per scrivere dei testi esilaranti sullo schermo. Risate e cazzeggio allo stato puro.
6. Rockstar
Rockstar nasce dalla mente di Dylan Beattie per risolvere l’annoso problema relativo al protagonismo di alcuni programmatori che amano sentirsi importanti e definirsi delle rockstar – appunto – del settore in cui operano. Usando questo linguaggio, qualunque coder potrà vantarsi di essere una rockstar certificata e potrà esibire sul proprio schermo questo prestigioso risultato. La finalità di questo strumento? La creazione di programmi per computer che sono anche dei testi che non sfigurerebbero all’interno di canzoni da heavy rotation.
9. Piet
Piet è stato invece creato da David Morgan-Mar e il suo nome prende ispirazione dal pittore olandere Piet Mondrian. Già da questo elemento si capisce qual è l’anima di questo linguaggio. I programmi creati assumono le sembianze di quadri astratti. Si tratti quindi di uno strumento ideale per chi ama i risultati insoliti e ispirati all’arte.
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