Ospedale di Gallarate sempre più povero, “serve pressione sulla Regione”
L'ultimo problema emerso è la mancanza di personale in cardiologia, ma negli anni sono tanti i reparti persi e quelli in affanno. Le opposizioni chiedono al sindaco un impegno e anche la convocazione della commissione sanità: "Non si riunisce da cinque mesi"
Serve un impegno forte per chiedere alla Regione garanzie sull’ospedale di Gallarate, a fronte della crisi della struttura e della lunga attesa per l’ospedale unico. Lo ribadiscono – tutte insieme – le opposizioni di Gallarate: tutti i consiglieri di minoranza hanno firmato una richiesta di consiglio comunale per chiedere un impegno netto al sindaco Cassani.
«Un impegno per due azioni distinte» dice Giovanni Pignataro, del Pd. «Da un lato un impegno alla convocazione della commissione sanità almeno ogni due mesi, perché ultima volta è stata convocata il 24 maggio, dopo la prima seduta al 12 aprile, come ha già denunciato il consigliere Michele Bisaccia. Questa interruzione ci preoccupa, anche perché nel frattempo abbiamo letto che il sindaco ha incaricato ArExpo per riutilizzo aree ospedale vecchio, di cui non sappiamo niente, mentre l’ospedale perde altri servizi».
La seconda richiesta «è che il sindaco chieda un incontro al livello politico della Regione, al presidente Fontana e all’assessore Moratti, per sapere come Regione intende procedere nella lunga fase di passaggio».
«Sentiamo un dovere verso i nostri cittadini e verso chi ha bisogno dei servizi dell’ospedale» aggiunge Sonia Serati, di PiùGallarate, richiamando come l’azione di Gallarate sia importante anche a garanzia di chi abita nei Comuni contermini. «Mancano i medici, i loro turno sono massacranti, i servizi si indeboliscono: abbiamo bisogno che il nostro sindaco si prenda la responsabilità di andare a bussare in Regione»
Reparti persi e depotenziati
Margherita Silvestrini -affiancata da Carmelo Lauricella, consigliere comunale e medico – sottolinea quanto si è perso negli anni, in reparti e servizi: «Abbiamo perso l’’otorinolaringoiatria, l’urologia, la pediatria, la diabetologia è stata chiusa nel periodo Covid e riaperta in modo ridotto, l’oculistica con gli ambulatori a Somma e la chirurgia ritrasferita a Busto. E da ultimo mancano i medici della cardiologia e anche la neurologia – reparto d’eccellenza – soffre di carenze strumentali nuche costringono le persone a rivolgersi ad altri ospedali».
Secondo le opposizioni, in questo quadro cinque mesi di silenzio sulla parabola negativa dell’ospedale e sulle incertezze della transizione verso l’ospedale unico richiedono una iniziativa forte. Unitaria, appunto, di tutte le (diverse) forze di minoranza: «È estremamente positivo che tutte le minoranze si siano trovate concordi per avere un secondo momento in consiglio comunale» dice Massimo Gnocchi, di Obiettivo Comune Gallarate, che ricorda che “l’unica discussione in assemblea fu quella di deroga al dibattito pubblico.
Un mandato più forte dalla città per difendere l’ospedale
«Abbiamo derogato al dibattito pubblico solo sulla base di rassicurazioni verbali date in Regione» ragiona Cesare Coppe, della civica Città è Vita. «Questo ha indebolito il sindaco, anche alla luce degli equilibri nazionali e in Regione: ora si trova in una empasse. Questa proposta va nella direzione di dare un mandato più forte al sindaco: l’ospedale unico non può diventare merce di scambio».
Quasi un appello alla maggioranza a valutare una confluenza. «Non hanno calcolato bene il timing dell’ospedale unico”, incalzata ancora Gnocchi. “La necessità di spingere sull’ospedale unico ha creato problemi al personale e incertezze: chi rimarrebbe a lavorare in un dead hospital walking?” A fronte di questo quadro Gnocchi richiama la responsabilità di tutti, non solo del sindaco: «Tutte le forze politiche devono dare una risposta». Appuntamento in consiglio comunale.
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