Rosina Ferrario da Milano, la prima pilota in Italia “brevettata” a Malpensa
Ottenne il brevetto nel 1913 alla scuola di volo di Vizzola Ticino, nella brughiera che oggi è sede dell'aeroporto internazionale
Si chiamava Rosina Ferrario ed è stata la prima pilota d’aerei in Italia: ottenne il brevetto infatti il 3 gennaio del 1913, centodieci anni fa. Prima aviatrice del Bel Paese, ma anche ottava al mondo.
Ferrario nacque a Milano il 28 luglio 1888, da una famiglia borghese agiata. Appassionata di quelle macchine volanti ancora primordiali, fatte di legno e tela, all’età di 23 anni si iscrisse a una scuola di volo al campo d’aviazione nella piazza d’armi di Baggio (successivamente rimessa dei dirigibili), passò poi al campo di Taliedo, che era anche sede della Caproni.
La mancanza di aeroplani la fece trasferire quindi a Vizzola Ticino, nella brughiera di Malpensa, dove era partita la avventura di Gianni Caproni.
Proprio nella piana di Malpensa il 3 gennaio 1913 ottenne il brevetto di pilota, il numero 203.
A bordo di un aeroplano Caproni partecipò il 25 settembre 1913 al raid Bergamo-Milano-Como-Milano-Bergamo, sulla distanza di 210 chilometri, percorso in due ore. Il 19 novembre, insieme ad Achille Landini si esibì alla manifestazione per il centenario della nascita di Giuseppe Verdi, atterrando con il suo fido aeroplano Caproni.
Nel 1914 partecipò all’inaugurazione del campo d’aviazione di Cameri su un monoplano costruito da Gabardini, che aveva impiantato la sua prima fabbrica a Taliedo.
Fu in quell’occasione che fu protagonista – indirettamente – di un “incidente” con il capitano Carlo Maria Piazza da Busto Arsizio, il pilota autore del primo volo militare su velivolo: Piazza scrisse alla Ferrario un infelice biglietto («Tutte le mie più vive congratulazioni signorina, ma preferirei saperla più mamma che aviatrice») che provocò la reazione del fragile ma combattivo movimento femminista di allora.
In occasione del guerra 15-18 Rosina chiede di poter pilotare velivoli da soccorso o da guerra, ma la richiesta si rivela troppo audace: donne pilota sono ammesse in pace, ma in guerra proprio no. E soprattutto “non è previsto l’arruolamento di signorine nel Regio Esercito”, le risponde il ministero della Guerra.
Forse fu questa delusione ad allontanarla poi progressivamente dal mondo del volo: si sposò e gestì con il marito un albergo in piazza Fiume, dove c’era la prima stazione Centrale di Milano (il più ampio spazio ricavato dalla demolizione della stazione è l’odierna piazza Repubblica).
Il 23 gennaio 1943 il ministero dell’Aeronautica le concesse la Medaglia di benemerenza per i Pionieri dell’Aeronautica. Rosina Ferrario morì Milano il 3 luglio 1957, è sepolta a Sesto San Giovanni.
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