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A Gallarate il ricordo di Angelo Pegoraro, partigiano per la pace

Come ogni anno la commemorazione si è tenuta nel cortile dove abitava nel quartiere Cascinetta

Angelo Pegoraro

Nel cortile dove abitava, alla Cascinetta, è stato ricordato anche in questo 2023 Angelo Pegoraro, partigiano ucciso dalla Brigata Nera il 16 gennaio 1945.

Pegoraro aveva iniziato a militare nelle file della Resistenza ancora minorenne, a diciassette anni. “Non era un renitente alla leva, aveva scelto di combattere” ha ricordato Osvaldo Bossi, autore anche di un libro sulla prima formazione in cui operava Angelo, tra i boschi e le officine del Gallaratese.
“I nostri eroi erano gente semplice e generosa, con una coscienza sociale che mettevano davanti a sé stessa”.

Tra i presenti tanti militanti Anpi, gli stendardi della sezione di Gallarate (guidata da Michele Mascella) e del provinciale di Varese, abitanti del quartiere, gli assessori Stefania Picchetti e Corrado Canziani, il consigliere comunale Paolo Bonicalzi, il segretario della Cgil Gallarate-Busto-Malpensa Pino Pizzo, il sindaco di Cazzago Brabbia (ma gallaratese di legami) Emilio Magni.

Angelo Pegoraro

“Porto i saluti dell’amministrazione e ringrazio le associazioni che, come già con le pietre d’inciampo, hanno cura della memoria” ha detto l’assessore Canziani.

Pegoraro è uno dei partigiani gallaratesi caduti nella guerra di Liberazione, anche lontano da casa, dove molti si trovavano già come militari di leva all’8 settembre, quando sfuggirono ai tedeschi e poi alla leva della Repubblica Sociale Italiana, lo Stato illegittimo costituito dal fascismo per continuare la guerra.

Angelo Pegoraro

I partigiani e i patrioti lottavano invece per farla finita con un regime dittatoriale e concludere la guerra, che colpiva duramente tutta la popolazione. Contro la prosecuzione del conflitto si scioperava anche nelle fabbriche: per questo subirono la deportazione anche gallaratesi, come Vittorio Arconti, ricordato da una pietra d’inciampo in via Mameli angolo via Curioni.

Attualizzando il messaggio di quella guerra, Guja Baldazzi dell’Anpi ha ricordato “non solo la guerra che si combatte alle nostre porte ma tutte le guerre che ci sono nel mondo” e invocato “una pace giusta, per l’Ucraina ma anche per altri conflitti”.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 15 Gennaio 2023
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