Dall’ospedale unico alla statale, Samarate “circondata” dal consumo di suolo
Il tema ha trovato nuovo spazio negli ultimi tempi: intorno al territorio s'intersecano tanti progetti. La pagina Bacheca Civica ha anche "sondato" i samaratesi sull'impatto della nuova struttura
Ha fatto certamente rumore la proposta di Emanuele Monti, consigliere regionale uscente (ma ricandidato) di una stazione ferroviaria a servizio dell’ospedale unico tra Busto e Gallarate. «Proposta giustissima» dice Eliseo Sanfelice, amministratore della pagina Facebook Bacheca Civica Samarate. «Ma se veramente si vuole acreare un accesso su ferrovia, questo sarebbe possibile se si facesse l’ospedale al “Casermone” di Gallarate, che è proprio accanto ai binari. Se davvero Monti la vuole portare avanti, valorizzi l’area dell’Aeronautica, abbandonando l’ipotesi attuale».
L’ipotesi del nuovo ospedale, però, è già più o meno definita: l’unica altra alternativa valutata è quella di un raddoppio dell’esistente ospedale di Busto, quasi ai margini del centro. Ipotesi che però il rapporto ambientale alla VAS scarta, perché considerata troppo impattante soprattutto a livello di cantieri (serviranno anni di lavoro, per costruire il nuovo ospedale).
Per ora, dunque, si va avanti sull’ipotesi del nuovo polo a Beata Giuliana, in fondo a viale Stelvio, con l’ospedale da costruire in un “patchwork” di aree tra il Sempione e via Quintino Sella.
Anche il rapporto ambientale della Vis considera un elemento indubbiamente critico, quello del consumo di suolo. «Il progetto dell’ospedale unico toccherebbe un’altra area in un territorio molto urbanizzato e dove sono previste tante altre opere» incalza Sanfelice. «Intorno a Samarate abbiamo l’espansione del cargo di Malpensa in brughiera (Masterplan 2035, ndr), la Variante alla Statale 341 sui boschi tra Samarate e Busto, più a Nord è già in costruzione la nuova ferrovia da Gallarate per Malpensa: se si sommano tutte queste opere c’è un consumo di territorio notevole».
A Samarate è molto vivace il dibattito sulla Variante alla 341, opera pensata una quindicina di anni fa come superstrada, poi ridimensionata a strada a carreggiata unica tra la 336 e Vanzaghello (mentre il tratto Pedemontana-336, già finanziato, sarà a doppia carreggiata).
Il tema, dopo anni di silenzio, è stato fortemente rilanciato dal neonato Comitato Salvaguardia Boschi di Samarate, che sta portando avanti una campagna informativa anche nel dettaglio dell’impatto dell’opera.
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La stessa Bacheca Civica Samarate ha lanciato una consultazione sulla mobilitazione, a cui hanno partecipato 162 persone: il 61% esprime il suo supporto alla battaglia contro la nuova strada, mentre un 39% non esporrà la bandiera per la salvaguardia della brughiera (che prende spunto anche da un’analoga iniziativa nella zona a Sud di Malpensa)perché favorevole alla nuova infrastruttura o perché sostiene una soluzione politica.
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